COSA SIGNIFICA “HIKIKOMORI”
Hikikomori è un termine giapponese che significa “isolarsi”, “stare in disparte” e rappresenta un fenomeno in grande crescita, non solo in Giappone, ma anche in tanti paesi industrializzati tra cui l’Italia.
Si tratta del desiderio di volersi isolare per via delle forti pressioni del mondo moderno.
Il dover primeggiare a scuola, essere belli e attraenti (altrimenti si è invisibili agli occhi di molti o addirittura bullizzati), il doversi trovare un posto fisso con un signor stipendio, doversi fidanzare/sposare ecc.
Tutto ciò si tramuta in un eterna competizione con il mondo, in cui o hai successo o crolli e sei un fallito, tutto questo peso sociale, si trasforma in un pesante macigno nel cuore e nella mente di molte persone e i più “fragili” finiscono per non sostenerlo più.
Quando in questa corsa frenetica verso l’eccellenza, si inciampa e si rimane indietro, inizia a nascere nell’individuo un senso di impotenza e fallimento che lo fa sentire inutile ed inadeguato.
Da qui la decisione di volersi nascondere dai riflettori esterni e chiudersi in una zona di comfort come casa propria.
CHI SONO GLI HIKIKOMORI
Si tratta spesso di ragazzi intelligenti, con una spiccata sensibilità e con delle “scarse” doti sociali, che gli rendono più difficoltoso il sapersi integrare al meglio con gli altri.
Il loro temperamento e la loro sensibilità sono come un arma a doppio taglio, da un lato sono capaci di dare profondo senso e valore alle loro relazioni, dall’altro sono eccessivamente esposti a delusioni e ed eventi traumatici che spesso la vita ci presenta.
Come abbiamo accennato prima, non si tratta di un fenomeno presente esclusivamente in Giappone, bensì il gran parte dei paesi moderni industrializzati.
In Giappone sono stati registrati oltre 1 milione di casi, mentre in Italia ci aggiriamo intorno ai 100.000.
Questo fenomeno riguarda principalmente i maschi (dal 70 al 90%) di età compresa tra i 14 e i 30 anni.
COSA LI PORTA ALL’ISOLAMENTO?
“È davvero complicata la solitudine, è un misto di orgogliosa libertà e disperato sconforto.”
bolla_bo, Twitter
Svariate possono essere le cause che portano una persona a voler mollare tutto e chiudersi nel loro mondo ovattato, vediamo insieme quali:
IL BULLISMO
Quando si è persone timide, introverse e più fragili, purtroppo si diventa spesso vittime degli attacchi dei “bulli”, persone che utilizzano la violenza (verbale e/o fisica) come strumento di potere sugli altri.
Come si può sentire una persona ad essere derisa, umiliata, picchiata, isolata da quello che dovrebbe essere il suo gruppo di pari?
Sarà devastata da tutto questo e la sua autostima si sbriciolerà davanti alla cattiveria e insensibilità dei suoi aggressori.
Iniziando a pensare che non ci sia posto per lui la fuori e quindi meglio vivere con l’unica persona che non li fa soffrire, se stessi.
“Mostragli un po’ di debolezza e ti faranno a pezzi, puoi starne certo.”
da Skins
IL RAPPORTO CON I GENITORI
La famiglia svolge un ruolo cruciale nella vita di chi decide di isolarsi.
Il calore e la comprensione dei genitori possono favorire e non poco una riapertura prima al dialogo e poi gradualmente al mondo esterno.
Al contrario dei genitori invadenti, pressanti e poco empatici con i figli, che non aiutano per niente i ragazzi che al contrario tenderanno a chiudersi in se stessi in maniera sempre più assoluta.
Gli Hikikomori hanno quasi sempre dei rapporti difficili con la famiglia, nella quale spesso si trova un padre emotivamente assente e una madre iper-controllante, severa e iper-protettiva.
Questo tipo di relazione familiare farà spesso crescere l’individuo in maniera più infantile e ansiosa, incapace di prendersi adeguatamente cura di sé.
Crescere sotto una campana di vetro li porterà ad essere più fragili emotivamente, se poi all’interno di quella campana che doveva proteggerli, al suo interno vi troviamo un mondo ricco di severi giudizi, pressioni, svalutazioni.. tutto questo farà più male che bene ai ragazzi.
LA PRESSIONE SOCIALE
Non chiudiamo gli occhi davanti alla realtà, oggi più che mai viviamo un mondo materialista, dove l’apparire conta decisamente più dell’essere.. e di conseguenza:
chirurgia, diete, ore in palestra, filtri sui social, vestiti firmati, corsa all’ultimo Iphone, macchina sportiva ecc.
Una continua ostentazione per dire agli altri “guardatemi” e “ammiratemi” e chi non si adegua diventa come invisibile per la massa.
Se si è persone fragili si avrà estremo bisogno dell’apprezzamento altrui e se non arriverà, si ci sentirà schiacciati dal peso di “non essere abbastanza”.
Ovviamente nel prendersi cura di se stessi, del proprio corpo e il possedere oggetti che ci piacciono non c’è nulla di male, ma quando tutto questo lo si fa per rincorrere degli standard di eccellenza da mostrare e su cui basare la propria vita, diventerà impoverente per il nostro essere.
SISTEMA SCOLASTICO
Non sempre la scuola riesce a valorizzare le unicità degli alunni, al contrario accade spesso che gli insegnanti distruggano l’autostima di tanti giovani, i quali rischiano poi di sentirsi non abbastanza intelligenti e perdono ogni interesse.
Studiare per i voti è un sistema che sembra “necessario” quanto pericoloso. Pochissimi sono gli alunni che studiano con passione per la voglia di sapere, quasi tutti invece lo fanno per portare il voto a casa (con il quale i genitori si vanteranno del proprio figlio prodigio).
Così facendo si perde l’essenza e l’amore per la conoscenza, e si lascia il potere agli insegnanti di giudicare “il valore” di un ragazzo con un numero su un foglio.
Ognuno di noi è bravo in qualcosa e negato in altro, sarebbe meglio lasciare le persone scoprire ed esplorare quello che più fa per loro e in cui riescono meglio.
Ecco cosa diceva Einstein a riguardo: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.”
FRAGILITà e IPERSENSIBILITà
Tutti i fattori analizzati fino ad ora come possibili cause scatenanti, vanno ad incanalarsi poi nella personalità dell’individuo.
Vi sono persone più resistenti agli urti della vita e altre che sono più fragili.
Esporre una persona con una spiccata sensibilità a tutto questo, rischierà di spezzarla..
L’essere persone sensibili, introverse nasconde un mondo di grande valore, che va saputo leggere piano piano, invece di essere giudicato negativamente solo perché ha una copertina che non rispecchia gli standard di questo mondo.
“Se decideste di spegnere la televisione e iniziaste a sfogliare dei saggi, vi accorgereste che l’unico grande tema del XX secolo è stata la solitudine e l’alienazione.”
Patch Adams
Riconoscere un Hikikomori
Per capire se un vostro conoscente, familiare o voi stessi state sviluppando degli atteggiamenti di isolamento sociale, vi riassumiamo qui i principali comportamenti messi in atto dagli Hikikomori.
- Si nascondono nel buio, invertono il giorno con la notte (dormono di giorno e restano svegli la notte)
- Evitano le relazioni di presenza e le sostituiscono con altre virtuali, spesso sotto pseudonimi (nickname).
- Abusano di internet a scapito e abbandono di relazioni sociali esterne
- Vivono chiusi in casa per un periodo di almeno 6 mesi
- Abbandonano il mondo scolastico/lavorativo
- Tendono a perdere molti dei loro interessi (abulia)
- Si vergognano per ciò che pensano di essere
- dopo anni sviluppano un forte senso di colpa per tutto il tempo perso
COSA FANNO NELLA LORO CAMERA
La loro camera diventa il loro “rifugio sicuro” in cui smettono di sentirsi esposti ai duri colpi del mondo.
Qui trascorrono l‘intera giornata, molti di loro, non escono dalla stanza neanche per mangiare (o si fanno lasciare i piatti davanti la porta o mangiano la notte quando tutti dormono).
Essendo quelle quattro mura il luogo dove trascorrere svariati anni, lì tenderanno ad avere tutto ciò che gli è necessario per “ingannare il tempo”.
Ogni persona che vive da Hikikomori è differente dalle altre ovviamente e di conseguenza variano anche le loro passioni e “hobby da stanza”, tuttavia la maggior parte di questi soggetti impegna il loro tempo con: giochi online, chat, film, musica, manga e anime, libri, piattaforme come twitch e youtube etc.
«Mi chiedo che fine faremo.» Mi capita di essere tormentato da simili pensieri, ma in fin dei conti sono un fallito, uno hikikomori.
Tatsuhiro Satō da Welcome to the NHK
Finché non toccherò il limite, ho deciso che continuerò a fuggire dalla realtà.
Internet e Hikikomori
Internet e il mondo della rete non è la causa dell’isolamento sociale (come invece si pensava prima), ma è il mondo in cui trovano rifugio queste persone e dove almeno impiegano il loro tempo in costruzioni di amicizie virtuali e giochi da condividere.
Il fenomeno degli Hikikomori è cominciato circa 30 anni fa, cioè prima della diffusione di internet)
Internet diventa un qualcosa a cui aggrapparsi durante questa fuga dal mondo, un sostituto della vita reale, meno minaccioso e giudicante.
Per quanto la vita virtuale a lungo andare, se sostituita del tutto a quella reale/fisica può danneggiare e creare complicanze nei soggetti, allo stesso tempo è stato dimostrato come aiuti i ragazzi ad allontanare pensieri di suicidio dati dalla loro sensazione di inadeguatezza e inutilità. grazie allo stringere rapporti online con altre persone e realtà.
RISCHI DI SVILUPPARE ALTRE PATOLOGIE: MENTALI E FISICHE
Passare tutto questo tempo reclusi in una stanza può portare dopo anni a svariati problemi sia fisici che psichici che possono andare a complicare la loro condizione.
- dipendenza da internet
- depressione
- problemi cardio-vascolari dati dal pochissimo movimento
- problemi di peso
- deralizzazione (perdita del senso della realtà circostante)
- ansia e peggioramento della fobia sociale
PERCHé PRIMA NON ESISTEVA QUESTO FENOMENO?
Viene considerato un fenomeno moderno sviluppatosi negli ultimi 30 anni, ma allora cos’è cambiato?
Quella del passato era una società, basata sul senso di colpa e sulla punizione, nella quale l‘esposizione del corpo era repressa.
Oggi viviamo in una società di stampo narcisistico, in cui la colpa lascia spazio alla vergogna e nella quale l’esposizione del corpo non è più repressa ma anzi viene favorita e “richiesta”.
Bisogna avere un corpo che rispecchi certi standard o altrimenti farà i conti con il fatto di non essere adeguati.
Gli adolescenti hanno sempre avuto un rapporto complesso con l’esporre il loro corpo, ma in questa società in cui l’esposizione fisica ha un ruolo fondamentale, il tutto rende, specialmente nell’adolescente, più difficile visti anche gli alti canoni di “perfezione”.
Il sentirsi inadeguati, il peso schiacciante del continuo confronto con gli altri e la sensazione di vergogna del non essere all’altezza, creano squilibri nella mente dei ragazzi che possono terminare nel desiderio di isolarsi da tutto e tutti.
COME AFFRONTARE QUESTA CONDIZIONE
Ogni situazione è differente per natura, quindi bisognerà iniziare un percorso che sia fatto su misura per la persona.
Un fattore molto importante è valutare la “gravità” della condizione, cioè da quanto tempo il soggetto vive in isolamento ed eventuali altre patologie sviluppatesi durante questo periodo.
Conoscere le condizioni familiari risulta di estrema importanza, in modo da comprendere le dinamiche interne che possono aver contribuito all’isolamento.
Inoltre dare i corretti strumenti ai genitori per far si che comprendano meglio il mondo del figlio e imparino a muoversi al suo interno in maniera adeguata, contribuisce in maniera importante ad ottenere risultati positivi.
Il percorso deve essere affiancato da un terapeuta che conosca e comprenda il fenomeno e che possa comprenderlo e supportarlo in un percorso graduale di riaffacciarsi al mondo con meno paura e più stima in sé stessi.
A riguardo vi consigliamo un ottima associazione no profit che da anni aiuta migliaia di ragazzi e famiglie che vivono questa situazione: https://www.hikikomoriitalia.it/
Per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento, vi consigliamo la lettura di: Hikikomori. I giovani che non escono di casa
Vi ringraziamo per il tempo dedicato alla lettura e vi auguriamo il meglio! 🙂
“Coraggio è essere spaventati a morte, ma montare comunque in sella.”
John Wayne
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