Il famosissimo proverbio “meglio soli che male accompagnati”, per alcune persone, è diventato un vero e proprio stile di vita, ma non per forza si tratta di persone asociali o lupi solitari.

Ci sono persone che ricercano la solitudine in quanto sono rimasti delusi dalle persone che hanno frequentato o hanno scelto semplicemente di allontanarsi dalle persone che le fanno star male.

Questo proverbio, infatti, si riferisce soprattutto al fatto che è meglio restare da soli che frequentare persone nocive.

L’origine del proverbio

Il proverbio “meglio soli che male accompagnati” è spesso usato da persone che preferiscono vivere e stare da sole o da chi ha avuto una cocente delusione in un rapporto amoroso o di amicizia e che, per guarire le sue ferite, preferisce stare da solo.

Il significato è da interpretarsi che è meglio la solitudine, anche se non è piacevole, che lo stare con persone cattive e tossiche.

Infatti, molte persone, pur di non stare da sole preferiscono uscire con persone poco affini a se, cattive compagnie, amici falsi, partner non interessati ad un impegno serio.

Ma arriva sempre il momento in cui ci si rende conto che stare con queste persone, non solo è una perdita di tempo ma anche un danno alla propria salute mentale, se non addirittura fisica.

Quando si arriva a queste conclusioni si è raggiunti un livello di saggezza più che una fase di asocialità.

Il proverbio e l’attualità

In passato le persone che ricercavano la solitudine erano i cosiddetti eremiti, che nell’immaginario comunque erano spesso associati a vecchi scorbutici o saggi dalla lunga barba che si isolavano completamente dal mondo, decidendo di andare a vivere, appunto, in un eremo, una casetta isolata e priva di comodità e comfort, in cima a una montagna, nel folto della foresta o nel mezzo di un deserto.

Oggi, l’eremita abita in appartamenti dotati di connessione ad internet o circondato da gatti, è la cassiera del supermercato, il contadino o il banchiere che la sera ritornano nella propria casa silenziosa.

Persone che si sono accorte che la loro solitudine è un bene prezioso da salvaguardare e preferire a tutta la gente cattiva e negativa che li circonda.

Sarebbe importantissimo far capire soprattutto ai giovanissimi questo concetto, poiché in alcune fasce d’età si è più influenzabili, come ad esempio infanzia e adolescenza, e si è portati a compiere gesti che fanno male ad altri o a se stessi, è il caso, ad esempio, dell’essere dalla parte di un bullo e del fare sfide pericolose suggerite da sconosciuti che rappresentano temi molto attuali e discussi.

Poi ci sono anche persone adulte più deboli e accondiscendenti che diventano succubi di minacce da parte di persone senza scrupoli.

Sono queste alcune delle categorie più a rischio di sbagli ed errori a volte anche irreversibili, da proteggere e educare al concetto della preferenza della solitudine piuttosto che frequentare cattive compagnie.

La difficoltà nel tagliare i ponti

L’uomo, sin dalla notte dei tempi ha sentito pesare sulle sue spalle il “problema” della solitudine e, spesso, ha fatto di tutto pur di non rimanere in quella condizione.

Tutto sommato, siamo esseri sociali, portati ad instaurare dei rapporti con i nostri simili ma non sempre ci rendiamo conto che alcune persone che frequentiamo non sono adatte per noi.

Spesso non abbiamo molto che ci accomuni a loro eppure sembra non importarci poi così tanto.

Con il tempo capita che ci affezioniamo ma le profonde diversità ci potranno portare a litigare anche spesso.

Vivere certe relazioni, con il tempo ci può portare a diventare ansiosi e stressati, non ci rendiamo nemmeno conto del male che ci stanno facendo ma che, soprattutto, ci stiamo anche auto-infliggendo.

Restiamo con le persone che ci fanno del male in primis per abitudine e per apparenza, il famoso “e poi cosa diranno?” e, poi, per non rimanere soli e isolati.

Infatti, alcune persone costruiscono la propria vita in funzione e attorno ad un’altra persona tanto da essere bloccati nel lasciarla per paura di perdere tutto ciò che hanno costruito.

Infatti, una delle cose più dolorose è la separazione, non sempre si ha la forza per affrontarla e allora si decide di rimanere in quella situazione.

Il solo pensare di tagliare i ponti con una persona seppur nociva è fonte di stress e tristezza.

Ma quando si prende il coraggio di farlo, dopo una prima fase di dolore e abbattimento, si raggiunge una seconda fase di saggezza e libertà e da qui la consapevolezza piena della comprensione del proverbio “meglio soli che male accompagnati”.