Difficile da definire, la solitudine può aggredire a qualsiasi età. L’importante è reagire, trovando dentro di sé il coraggio e la forza per affrontarla.
“La solitudine è come una lente di ingrandimento: se sei solo e stai bene, stai benissimo, se sei solo e stai male, stai malissimo”.
Ecco, in questa frase di Giacomo Leopardi c’è tutto il significato della parola solitudine, perché al di là della paura che si prova al solo sentirla nominare, la solitudine è un semplice stato d’animo.
E in quanto tale, la portata della sua forza devastatrice o del suo potere benefico, dipende solo dalla percezione di chi la sperimenta sulla propria pelle.
Voler stare da soli è una cosa. Sentirsi soli è un’altra. E mentre nel primo caso è una scelta, nel secondo, invece, è spesso frutto di problematiche psicologiche, derivanti da fatti ed eventi più o meno reali.
A volte può diventare un problema, perché non è un mistero che solitudine e depressione vanno spesso a braccetto e in quei casi non c’è altro rimedio che affidarsi alle cure di uno psicologo, che possa incoraggiare l’inizio di un percorso psicoterapico.
Ma prima di parlare di soluzioni, vediamo di capire meglio cosa si intende per solitudine.
Cos’è la solitudine
Se ti è mai capitato di sentirti solo, forse sai di cosa si sta parlando.
È quel senso di estraneità, di allontanamento sociale, quel sentirti fuori dal gruppo, isolato ed escluso.
È la sensazione di non avere nessuno con il quale confidarti, al quale appoggiarti nei momenti di difficoltà, nessuno che ti possa capire e che possa farsi carico della tua quotidianità e del tuo mondo emotivo.
È sentirsi soli.
Una sensazione che, quando non è ricercata attivamente, può fare molto male, al punto da togliere la voglia di vivere.
Attenzione, solitudine non significa necessariamente stare da soli: in realtà, la solitudine peggiore è proprio quella che si sperimenta in mezzo agli altri, quando nonostante la presenza degli altri, ci si percepisce lontani, sentimentalmente distante ed emotivamente soli.
Soffrire di solitudine, quindi, è uno stato d’animo e non una condizione reale.
Infatti, c’è anche chi la solitudine la cerca, per carattere, convenienza o attitudine e la vive come un dono, un modo per ricaricare le batterie lontano dal frastuono di voci ed eventi, un escamotage per amplificare le proprie emozioni, come nel caso dei viaggiatori in solitario. Insomma, il problema, più che la solitudine, è sentirsi soli.
Perché mi sento solo
Chi ama la solitudine cerca in ogni modo di scansare la vita sociale o, quanto meno, di ridurla al minimo, godendo di ogni singolo istante in cui rimane con se stesso.
Ma se ti senti solo, allora questo non è il tuo caso. I motivi possono essere tanti, ma per prima cosa è importante che tu sappia un paio di cosette: la prima è che non è colpa tua, la seconda è che non sei condannato a sentirti così per tutta la vita.
Per prima cosa è importante capire perché ti senti solo. Esistono un gran numero di solitudini:
- Solitudine da abbandono – è la più semplice da individuare, perché spesso insorge in conseguenza, appunto, di un abbandono.
Che può essere la morte di una persona cara, un divorzio, l’allontanamento di un figlio o la perdita di un’amicizia.
- Solitudine da trauma – quando si soffre molto, la mente potrebbe decidere di farti uno scherzetto e, pur di non farti soffrire più, allontanarti dalla realtà per tutelarti. Ovviamente con conseguenze catastrofiche. È questo il caso di chi ha sofferto molto ed erige un vero e proprio muro fra sé e gli altri, nel tentativo di mettersi al riparo da future sofferenze.
- Solitudine da mancanza di autostima – va da sé che per creare delle relazioni appaganti, in grado di farti sentire meno solo, è necessario creare dei rapporti umani solidi e gratificanti. Cosa che è impossibile da fare, se non ti ritieni degno dell’interesse dell’altro. A volte la mancanza di relazioni importanti può dipendere proprio da chi, in realtà, ne avrebbe più bisogno.
Quando la solitudine diventa un problema
Sentirsi soli succede a tutti e se oggi tocca a te, non farne un dramma. Di solito, appena guarirai le tue ferite, sarai di nuovo in grado di aprirti al mondo e tornare a godere della compagnia e della vicinanza emotiva degli altri.
Se è questo il tuo caso, potresti addirittura pensare di sfruttare questa poca propensione al contatto con gli altri per pensare un po’ di più a te stesso, coltivando quell’hobby per troppo tempo messo in disparte, approfondendo un interesse o dandoti allo sport, che contribuirà a rimettere in moto le endorfine, responsabili del tono dell’umore.
Dovresti preoccuparti solo se i sintomi della solitudine cominciano ad apparire con troppa evidenza. Quali sono questi sintomi? Ansia, insonnia, ma soprattutto depressione, la temibile depressione.
Con questa patologia, perché di reale patologia si tratta, non si deve scherzare: nei casi più gravi può alimentare tendenze autolesioniste, provocare dipendenza da farmaci e droghe e, quando molto grave, istigare al suicidio.
In questi casi, una buona psicoterapia può fare miracoli, a patto di volerla davvero sconfiggere la solitudine: perché molto dipenderà da te.
Solitudine: come affrontarla
Quando la solitudine diventa insopportabile arriva il momento di affrontarla di petto. Anche nei casi in cui non sia distruttiva, ma si limita ad appesantire le tue giornate con una vaga sensazione di insoddisfazione e lontananza emotiva da tutto e tutti, devi lavorarci.
Per combattere la solitudine non devi far altro che cominciare dal tuo quotidiano, cominciando dal seguire questi 5 consigli, davvero efficaci nella loro banalità:
Frequenta gli altri – sembra un consiglio lapalissiano, ma non lo è. Se ti illudi che chattando online tu stia frequentando qualcuno, sei fuori strada. La tecnologia aiuta, ma la potenza taumaturgica del rapporto “in presenza”, che permette di toccarsi, abbracciarsi e ridere guardandosi negli occhi non potrà mai avere alcun rivale. Abbi coraggio: iscriviti in palestra, frequenta il parco, segui convegni ed eventi cittadini e se capita, accetta ogni invito che ricevi. Insomma, esci da te stesso: qualcuno è certamente lì fuori che ti aspetta!
Stabilisci una routine – Fare bindge watching tutta la notte e ciondolare per casa mezzo addormentato il giorno successivo non ti aiuterà a ritrovare serenità mentale e forma fisica. Datti degli orari e rispettali: una buona alternanza di sonno-veglia non potrà che contribuire al tuo buon umore.
Mangia a tavola – questo consiglio potrà farti sorridere, ma meglio che tu non lo faccia: c’è poco da scherzare con la tua solitudine! E se è vero che stare a tavola senza commensali può far sentire soli, è pur vero che dedicarti del tempo di qualità, come quello dedicato al cibo, fa parte a pieno titolo della tua terapia.
Organizza attività appaganti – devi sicuramente tenerti occupato, ma lo scopo non è ammazzare il tempo, quanto regalarti soddisfazioni. Scegli quindi con cura cosa fare della tua giornata e scandisci gli impegni, al fine di non doverti mai sentirti sopraffatto dal raggiungimento degli obiettivo che ti sei posto.
Modifica il tuo approccio mentale nei confronti degli altri – quando si soffre di solitudine si innescano una serie di processi mentali che non fanno altro che inasprire la condizione e, in particolar modo, si tende a vedere il peggio in chiunque ci circondi. Pensaci: in condizioni normali, se inviti un tuo amico al cinema e questo ti dice che è occupato, la cosa finisce lì. Ma se la stessa cosa ti capita quando ti senti solo, sarai portato a pensare che il tuo amico ti ha scaricato con una banale scusa. Pensa positivo e aspettati solo il meglio dagli altri!