La Prossemica è una scienza sociale che studia l’insieme degli atteggiamenti assunti dalla persona durante la comunicazione. In particolare, analizza la percezione e l’utilizzo dello spazio.

A ciascun individuo è associato uno “spazio prossemico”, ovvero una determinata distanza che mantiene rispetto agli altri nelle diverse occasioni; una specie di bolla invisibile che delimita il nostro personalissimo spazio vitale. Se le persone superano questo limite immaginario allora si prova imbarazzo e fastidio.

Lo studio della prossemica è stata introdotto dall’antropologo Edward Hall nel 1963, che aveva iniziato ad analizzare il concetto di “comunicazione non verbale”. Notò che le persone comunicano anche attraverso la distanza. L’allontanamento impulsivo indica fastidio, mentre l’avvicinamento indica attrazione.

In breve, secondo Hall la distanza relazionale tra le persone è correlata con la distanza fisica. Per testare la sua tesi identificò quattro “zone” interpersonali, che sono tutt’ora applicabili:

-La distanza intima, che va da 0 a 45 cm;

-La distanza personale (interazione tra amici), che va da 45 a 120 cm;

-La distanza sociale (comunicazione tra conoscenti o il rapporto insegnante-allievo), che va da 1 a 3 metri;

-La distanza pubblica (pubbliche relazioni), che va dai 3 ai 5 metri;

Tipologie di Spazio

Lo spazio prossemico – spesso definito anche uovo o “bolla” – non è l’unica tipologia di spazio identificabile. La dimensione della bolla varia in base alle situazioni delimitando zone differenti ed altrettanti spazi.

In particolare, distinguiamo tra:

Spazio fisso

è rappresentato dalle separazioni fisiche tra le cose. Lo sono ad esempio le frontiere, oppure la disposizione degli edifici e delle case all’interno di una città.

Questi particolari distanze riescono ad influire sul nostro modo di vivere le relazioni e la vita stessa. La progettazione architettonica delle città punta a diventare sempre più attenta a quest’aspetto.

Per avvicinare la popolazione alla tematica dell’ecologia e della sostenibilità, vengono costruite sempre più strutture che hanno un coinvolgimento con la natura.

Abituando i cittadini a questo tipo di ambiente, dove la distanza tra natura e uomo è ridotta, si avvicineranno ad una relazione più intima e corretta con l’ambiente circostante.

Spazio semifisso

In questo caso le separazioni che delimitano lo spazio non sono fisse o immobili ma, al contrario, possono essere spostate.

Tra gli esempi più immediati ritroviamo gli elementi d’arredo presenti all’interno delle stanze, come le sedie o i tavoli. Lo spostamento di questa tipologia di oggetti influenza la nostra relazione con lo spazio, spingendoci a diventare parte di esso.

Esistono due tipi di spazi semifissi, quelli sociofughi e quelli sociopeti.

I primi si riferiscono ad un movimento imposto, che viene compiuto a causa di enti esterni – come una sedia/poltrona scomoda che ci spinge a spostarci.

Invece gli spazi sociopeti invitano all’interazione e alla conversazione – come le tavole rotonde.

Spazio Personale

Questo è costituito esclusivamente dalla bolla personale, ovvero dalla specifica distanza che non vogliamo venga superata dagli estranei. Si tratta di uno spazio sicuro, dove ci sentiamo tranquilli e a nostro agio.

La definizione del proprio spazio personale si realizza attraverso le influenze di tre fattori diversi: la personalità singola, la cultura a cui apparteniamo e la società in cui viviamo.

Soprattutto la cultura influisce considerevolmente sullo spazio prossemico. Ciò che ci viene insegnato durante l’infanzia delimita delle regole specifiche che tendiamo a seguire anche in età adulta.

Ad esempio, nelle culture del Nord lo spazio prossemico è più limitato rispetto a quelle Mediterranee. C’è un diverso approccio alle relazioni sociali e alla giusta distanza da rispettare.

Si parla infatti di culture a basso e alto contatto, a seconda della distanza tra le persone.

Questo elemento non fa altro che accentuare l’aspetto personale della prossemica. E’ certamente possibile identificare caratteristiche comuni a più persone ma, l’effettiva misura della distanza, risulta essere estremamente soggettiva.

La presenza della bolla serve a trasmetterci sicurezza e, come tale, è giusto che continui ad esserci. Bisogna solo evitare che un’eccessiva protezione ci porti a privarci della compagnia altrui. Trovare il giusto equilibrio è la strada migliore.