Storie di crescita personale: L’ELEFANTE LEGATO ALLA FUNE

I CONDIZIONAMENTI DEL NOSTRO INCONSCIO

Questo racconto di Paolo Coelho mostra come ogni individuo può perdere l’autostima e convincersi di non essere capace, come la sua mente possa essere condizionata dalle influenze esterne e non vedere la realtà e le proprie capacità.

IL RACCONTO

Un viaggiatore si recò in Africa per trascorrere un periodo di vacanza. Qui incontrò molti elefanti usati per le mansioni più disparate e notò che tutti erano legati da una cordicella messa attorno a una delle zampe.

L’uomo non riusciva a comprendere la funzione della cordicella, visto che un elefante avrebbe potuto spezzarla facilmente con il suo peso e le sue dimensioni.

Un giorno decise di chiedere informazioni a un addestratore, che gli rivelò come mai quei grossi elefanti non si ribellavano alla fragilità del laccio, ma stavano quieti come se a tenerli ci fosse una spessa catena.

“Quando gli elefanti sono solo dei cuccioli, usiamo un laccio di piccole dimensioni per tenerli; in quel momento è sufficiente per non essere spezzato. Quando crescono sono convinti ancora di non poter rompere la corda, per questo smettono anche di cercare di scappare”.

L’ ELEFANTE DEL NOSTRO INCONSCIO

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Sapete che il nostro inconscio funziona allo stesso modo?

La storia è un esempio perfetto di come siamo facilmente influenzabili e di come ciò che ci viene fatto credere, soprattutto sin da bambini, si radica profondamente dentro di noi e diventa la realtà assoluta.

I pensieri negativi degli altri ( genitori, insegnanti, relazioni) e le abitudini,  diventano nel tempo nostri, influenzandoci a credenze limitanti.

Come gli elefanti legati alla corda pensano di non potersi liberare, solo perché da piccoli hanno fallito, molti di noi perdiamo di vista le infinite possibilità della vita solo perché abbiamo ascoltato gli altri,  solo perché abbiamo fallito una volta o solo perché ci è stato detto che è impossibile o che non possiamo farcela.

Alla base di ciò si crea una mancanza di autostima e di fiducia in se stessi. Di conseguenza si tende ad agire in base a ciò che pensiamo di meritare e a ciò che la nostra mente crede come realtà, proprio come gli elefanti maturi che credono che quella sottile corda possa trattenerli imprigionati per sempre e che non hanno la capacità di liberarsi.

In realtà, quando diventiamo degli “elefantoni”, potremmo rompere quella corda con una semplice zampata, ma non lo facciamo e neppure ci pensiamo. Diventiamo degli elefanti adulti convinti di essere sempre degli elefantini e ci comportiamo di conseguenza, precludendoci la possibilità di essere liberi e felici.

Questa storia ci ricorda che in ognuno di noi si nasconde un grande elefante con una forza immensa, con capacità che dobbiamo solo scoprire mettendoci in gioco continuamente. 

Ricordiamoci che i nostri desideri si realizzano solo quando si mette da parte la paura di sbagliare  e la paura di non essere all’altezza, perché per arrivare ad essere all’altezza, è necessario provare e riprovare, cadere e ricadere. I successi e i guadagni si ottengono dopo mille fallimenti.

Se quegli elefanti non si fossero arresi, sarebbero liberi … siamo noi l’unico nostro limite!

I nostri pensieri e la nostra immaginazione sono gli unici veri limiti alle nostre possibilità. 

(Orison Swett Marden)

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2 commenti su “L’elefante legato alla fune: i condizionamenti del nostro inconscio”

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