Cos’è

La sindrome di Procuste riguarda tutte quegli individui che traggono piacere nello sminuire tutte le persone che li superano in capacità e talento.

Le persone che soffrono di questa sindrome sono persone insicure e invidiose che non si interessano della propria crescita, ma piuttosto pongono le loro energie nel tentativo di vedere gli altri fallire. Sono generalmente individui frustrati e con una bassa autostima che non accettano che qualcuno brilli più di loro.

Il successo altrui lo percepiscono come un proprio fallimento, come se il loro essere oscurati dipendesse da quanta luce emanano gli altri.

Difficilmente vivono una vita volta al miglioramento personale, alla costruzione e inseguimento dei propri sogni.

Costruiscono dei piccoli castelli di sabbia, ma appena si accorgono che quelli degli altri sono più grandi e belli, vanno li a distruggerli, invece di tentare di innalzare il proprio.

Chi soffre di questa sindrome nutre sentimenti di rabbia e invidia verso il prossimo, nascondendo un profondo senso di inferiorità rispetto gli altri.

Le altre persone sono costantemente viste come dei rivali minacciosi, essi vivono in una continua competizione per nulla sana.

I loro comportamenti sono direzionati verso la distruzione di ciò che gli altri vivono e costruiscono, piuttosto che sulla costruzione di una loro realtà positiva e gratificante.

Quando infatti si trovano davanti ad una persona creativa, brillante ed efficiente, si sentono minacciati e messi in ombra da quella persona e faranno di tutto per umiliarla, sminuirla ed isolarla.

Paradossalmente loro odiano la mediocrità che percepiscono in se stessi, ma non fanno nulla per uscire da quella condizione.

Le persone che impiegano il loro tempo e le loro risorse nel far cadere gli altri per abbassarne il livello, non si eleveranno mai sopra di esse e finiranno per autocondannarsi ad una vita mediocre e infelice.

“Procuste: – Se eccelli, ti taglierò le gambe. Se dimostri di essere migliore di me, ti mozzerò la testa…”

-Mitologia greca-

La sindrome di Procuste in Psicologia

La Sindrome di Procuste in psicologia prende il nome di “competitività negativa”, una condizione mentale che porta chi ne soffre a provare un forte dispiacere e dolore nei confronti del successo delle altre persone, che siano amici, colleghi o parenti.

Chi è affetto da questa sindrome non solo invidia costantemente le persone a lui vicine, ma tenta anche di ostacolarle per evitare che raggiungano i loro obiettivi personali.

Cova in segreto dei profondi sentimenti di disprezzo e rabbia verso le persone che hanno successo, più quelle persone saranno a lui vicine e faranno parte del suo ambiente, maggiore sarà la percezione di competizione con esse e di conseguenza l’astio nei loro confronti.

Questi sentimenti sono in realtà l’espressione di un accesa e profonda sensazione di inferiorità. Il soggetto che soffre di questa patologia è fragile ed estremamente insicuro, e si sente fortemente minacciato dalle qualità e dai pregi altrui.

La sua è una gara con il prossimo e mai con se stesso, di conseguenza non riesce a tollerare che altri lo “superino”. Per evitare che questo accada, si dimostra spesso disposto a tutto, nascondendo dietro la maschera della persona buona e sensibile, un comportamento profondamente sleale a scorretto.

Attualmente, questo mito si riferisce alle persone che cercano di sbarazzarsi o denigrare tutti quelli che considerano migliori di loro.

Procuste tagliava loro le teste, invece ai nostri tempi chi è affetto da questa sindrome, ricorre al boicottaggio, all’umiliazione psicologica o all’inganno per fare in modo che gli altri non diventino una minaccia.

In pratica, invece di sforzarsi a migliorare e sviluppare ulteriormente le proprie capacità, decidono di limitare i successi degli altri.

“Ciò che rende terribile questo mondo è che mettiamo la stessa passione nel cercare di essere felici e nell’impedire che gli altri lo siano.”

Conte di Rivarol

Il mito di Procuste

Questa condizione patologica e negativa, prende il nome da una strana ed inquietante storia della mitologia greca. Il mito narra la vicenda di un misterioso personaggio chiamato Procuste.

Egli era un locandiere che gestiva una taverna fra le colline di Attica (nell’antica Grecia). Viene descritto come un personaggio dall’apparenza mite e amichevole che offriva alloggio ai viandanti. Tuttavia dietro quei suoi modi gentili e accoglienti si nascondeva un terribile segreto.

Procuste possedeva un letto dove invitava tutti i viaggiatori a coricarsi (da qui l’espressione “letto di procuste”). Durante la notte, quando i malcapitati ospiti dormivano, ne approfittava per imbavagliarli e legarli. Se la vittima era alta e di conseguenza piedi, mani e testa sporgevano fuori dal letto, iniziava a tagliare le parti in “eccesso”. Se la persona era più bassa rispetto le dimensioni del letto, la allungava, rompendole le ossa per far coincidere le misure.

Tale inquietante personaggio portò avanti queste sue azioni oscure per anni, finché non incontrò un eroe greco, Teseo, che lo condannò alla stessa fine che Procuste riservava alle sue povere vittime. 

Come riconoscere una persona con la sindrome di Procuste?

Ai giorni d’oggi fortunatamente non sarebbe permesso alle persone di comportarsi come il protagonista del mito.

Non per questo questi soggetti non possono risultare pericolosi sia mentalmente che in alcuni casi anche fisicamente.

Analizziamo insieme alcune delle principali caratteristiche di questi soggetti, che ci aiuteranno a smascherarli e a poterci difendere.

Caratteristiche delle persone con la sindrome di Procuste

  • Sono persone che vivono in un perenne stato di frustrazione e invidia verso il mondo.
  • Tendono ad avere uno scarsa capacità di controllare il loro pensieri e atteggiamenti distruttivi.
  • Hanno un autostima estremamente bassa e a volte possono mascherarla dietro una finta immagine grandiosa.
  • Sono iper sensibili alle critiche e giudizi altrui:
  • Evitano qualsiasi situazione nella quale devono confrontarsi direttamente con le capacità o abilità altrui.
  • Esprimono giudizi e condanne verso il prossimo sotto forma di verità assolute.
  • Fingono di essere miti ed empatici in presenza di amici e colleghi ma poi li sminuiscono e sparlano alle spalle.
  • La loro natura è molto egocentrica ed i loro pensieri molto ostili
  • Vogliono eccellere sugli altri e nella maggior parte dei casi lo fanno distruggendone il lavoro e l’immagine.
  • Temono la sana competizione
  • Evitano il cambiamento e cercano in tutti i modi di creare una realtà intorno a loro sicura e stabile (la loro “zona di comfort).
  • Impiegano gran parte delle loro energie per limitare e oscurare gli altri, invece di dedicarsi alla propria crescita.
  • All’interno dei gruppi di amici manipolano singolarmente gli individui per portarli a screditare ed allontanare gli altri che lui percepisce come migliori.
  • Sono intolleranti alle differenze di capacità, competenze e unicità di ogni individuo.

Come affrontare queste persone?

“C’è chi si prodiga ad augurarti Buona Fortuna, ma poi ti volta le spalle se la raggiungi veramente.”

Emanuela breda

Non è ovviamente facile essere a stretto contatto con persone con queste caratteristiche. Si rischia di vivere perennemente in ansia e in guardia, in attesa del prossimo attacco, della nuova umiliazione o della punizione esemplare.

Fidarsi di loro e delle loro parole sarebbe estremamente pericoloso e ci esporrebbe a delle persone negative e spesso spietate, che possono provocarci enormi problemi e dispiaceri sia in ambito lavorativo che personale.

Vivere in contesti condivisi con queste persone ci può portare a reagire in due rischiosi modi: o ci  rassegniamo ad un mondo fatto di bugie, sotterfugi, umiliazione ed attacchi velati volti ad oscurare tutta la luce che è in noi (rischiando la depressione o altre condizioni negative), oppure potremmo iniziare ad accumulare rabbia, risentimento e odio (rischiando di esplodere in atti violenti).

Per evitare tutto questo dobbiamo uscire da queste gabbie costruite da questi soggetti così subdoli, iniziando a prenderne le distanze sia emotivamente che fisicamente.

Non dobbiamo permettere che inquinino i nostri spazi e distruggano la nostra autostima.

Non pieghiamoci a chi prova piacere nel vederci abbattuti, piuttosto allontaniamoci da loro lasciandoli nel loro cupo mondo, riconosciamo in noi in nostro valore e talento e percorriamo la nostra strada a testa alta.

Come uscire o non cadere nella sindrome di procuste.

Tutte quelle volte che ci sentiamo minacciati dal successo e le competenze altrui, ricordiamoci che la vita è una gara con noi stessi e mai con gli altri.

La competizione quando è sana, porta dei benefici e fa vivere le sfide con più voglia e intensità, tuttavia quella non sana, porta ad insuccessi, sensazioni di vuoto e tristezza.

Costruiamo la nostra casa, non cerchiamo di abbattere tutti i palazzi che ci appaiono più alti. Ognuno di noi ha un suo personale concetto di realizzazione che nulla a che vedere con quello degli altri. Lavorare per migliorare il nostro mondo e la nostra persona da molte più soddisfazioni e benefici che invece impiegare il nostro tempo ed energie ad abbattere ciò che appartiene agli altri.

L’invidia ci logora lentamente dall’interno, ci danneggia e avvelena mente e corpo, quindi perché coltivarla?

“Non farti sopraffare dall’invidia altrui, l’alimenteresti e metterebbe radici nel tuo animo.”

 Michele scirpoli

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1 commento su “La sindrome di Procuste: oscurare gli altri per poter brillare”

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