In questo articolo vorrei parlarvi dell’Alessitimia, un disturbo psicologico correlato alle patologie psicosomatiche e ad una possibile mancanza della funzione riflessiva del Sè.
E’ stata scoperta negli anni 50 grazie a degli studi effettuati su pazienti affetti da patologie psicosomatiche che hanno rilevato un’incapacità di esprimere la sofferenza tramite le emozioni, ma attraverso una sofferenza fisica; quasi il 10% della popolazione ne soffre (spesso non diagnosticata), soprattutto il sesso maschile.
Il fatto che ne soffra di più la popolazione maschile potrebbe avere radici culturali, per le quali l’uomo forte non dovrebbe mai commuoversi e farsi soccombere dalle emozioni.
Un’altra causa potrebbe ricercarsi in un trauma o in un abbandono accaduto nell’infanzia e il non codificare le emozioni potrebbe essere un meccanismo inconscio della psiche.
La parola Alessitimia deriva dal greco a- “mancanza”, lexis “parola” e thymos “emozione” e vuole proprio dire ” assenza di parole per esprimere un’emozione“.
Vi è mai capitato di avere a che fare con qualcuno che non riuscisse ad esprimere i suoi sentimenti con le parole e che allo stesso tempo non comprendesse i vostri?
Avrete pensato sicuramente di essere state voi il problema, di non essere riuscite a fargli provare certi sentimenti e a non farlo aprire o che fosse semplicemente anaffettivo e incapace di provare empatia per voi.
Potrebbe invece trattarsi di Alessitimia. Questa patologia infatti si manifesta con apatia, infelicità, depressione, disturbi psicosomatici, confusione, vuoto, rabbia e mancanza di affetto.
Quando si parla di empatia si dice di immaginarsi “nei panni di qualcun altro”, gli alessitimici sono persone prive di immaginazione e spontaneità, le conversazioni con loro saranno spesso frustranti e monotone.
In una relazione, questo può provocare noia e stress dall’altra parte, causando spesso separazioni e divorzi; inoltre cercheranno sempre di evitare i discorsi sentimentali ed emozionali, focalizzandosi solo sugli aspetti concreti e oggettivi.
Gli alessitimici non saranno contrari al matrimonio, poichè sentiranno comunque l’esigenza di base di unirsi a qualcuno, di avere un legame, ma la vedranno come un’esigenza primaria come mangiare e dormire.
Non capisce perchè il partner è triste, cosa lo ha infastidito, perchè non è felice e perchè il suo stato d’animo è cambiato, ogni emozione rimane un mistero e viene somatizzata dal loro corpo con male allo stomaco, alla testa, all’apparato digerente…
Pensate ai profumi, annusateli distintamente..riuscirete a riconoscere la rosa, la vaniglia, il limone, il muschio..ecco, per un alessitimico è come se queste fragranze fossero tutte mescolate e non riuscisse a distinguerle. Ho usato questa metafor per farmi capire meglio come queste persone si sentono.
MA COSA POTETE FARE SE IL VOSTRO PARTNER E’ ALESSITIMICO?
Mettetevi in testa che sarà una relazione molto dura poichè privata dell’intimità autentica e della giusta empatia. Se siete persone molto emozionali sarà ancora più difficile, perchè non verrete capite.
Non fate pressioni. Non può darvi spiegazioni e non insistete per averne, piuttosto create un codice con il vostro partner per definire le emozioni.
Provate con una terapia di coppia anche se il più delle volte un alessitimico si rifiuterà, pensando che sia il partner troppo emozionale ad avere problemi di irrazionalità e comportamenti troppo intensi.
Accettatelo. Se pensate sia la persona giusta per voi, siate consapevoli che non potrete cambiarlo, aiutarlo con la terapia sì, ma non cambiarlo completamente.E’una dinamica ormai troppo radicata dentro di lui.
La decisione rimane a voi, se la sua mancanza di empatia e affetto vi fa soffrire perchè per voi l’intimità, la cura e le costanti attenzioni sono fondamentali, cambiate direzione e scegliete qualcuno che sappia distinguere i diversi profumi e le diverse sfumature del cuore.
A presto!