Che cos’è l’effetto Mandela e perché si verifica? Impariamo a essere coscienti dei momenti in cui entriamo in contatto con un falso ricordo.

Significato e origine del termine

L’effetto Mandela non è altro che un falso ricordo (chiamato anche “confabulazione”), ovvero un ricordo non autentico perché è interamente inventato o perché, nonostante derivi da altri ricordi realmente accaduti, possiede al suo interno delle parti alterate.

I falsi ricordi possono accadere in diversi modi: tra i più comuni, c’è l’aggregazione di diversi ricordi di eventi reali, del nostro passato, che vengono estrapolati dal loro contesto di appartenenza e ricombinati insieme dalla nostra mente.

Spesso, i falsi ricordi derivano da una distorsione delle informazioni sulla realtà che riceviamo quotidianamente, per esempio, quando leggiamo o ascoltiamo le notizie – cioè, dalle fake news.

Per comprendere al meglio questo particolare fenomeno, pensiamo al telefono senza fili, lo storico gioco orale a cui tutti, almeno una volta, da bambini, hanno preso parte.

I bambini sono disposti in fila, o a cerchio, e uno dei giocatori deve bisbigliare all’orecchio del vicino una parola o una frase; il vicino, a sua volta, trasmetterà ciò che ha compreso al giocatore successivo, e così via.

L’informazione da trasmettere non può essere ripetuta più di una volta e dunque, nel caso in cui un giocatore non capisse perfettamente il messaggio, quest’ultimo arriverà alle orecchie dell’ultimo bambino in maniera alterata, distorta.

L’ultimo bambino, infatti, ha il compito di ripetere ad alta voce il messaggio ricevuto, che deve essere uguale al messaggio del bambino di partenza.

La buona riuscita del gioco è pressoché impossibile, soprattutto se in gioco ci sono molti giocatori: ciò che si crea non è altro che un messaggio distorto, alterato, che viene ritenuto vero.

Nelson Mandela è stato il leader del movimento anti-apartheid sudafricano e premio Nobel per la pace ed è morto nel 2013.

Molte persone, tuttavia, sono convinte che, in realtà, Mandela sia scomparso già negli anni Ottanta.

Questa convinzione non è frutto di una cospirazione di alcuni piccoli gruppi, diffusasi poi a macchia d’olio, ma è un vero e proprio falso ricordo divenuto collettivo.

A scatenare questo falso ricordo fu, in primis, Fiona Broome, una consulente del paranormale che ha descritto nei dettagli il suo ricordo di Mandela, morto in prigione negli anni Ottanta.

Il risultato è stato incredibile: molte persone risposero al suo testo in rete, affermando di avere lo stesso ricordo.

Da questo particolare falso ricordo è nato il termine “effetto Mandela” per identificare, soprattutto, i falsi ricordi collettivi.

Per alcuni medici, l’effetto Mandela non è altro che una forma di confabulazione (da qui, il motivo per cui questo termine è divenuto sinonimo di “falso ricordo” e di “effetto Mandela”), ovvero una menzogna onesta.

Una persona crea un falso ricordo per colmare le proprie lacune, senza alcun fine a danno altrui, senza voler mentire o ingannare il prossimo.

Cause scientifiche dell’effetto Mandela

Vi sono numerosissimi esempi in cui, all’interno della società, si sono sviluppati falsi ricordi.

Più avanti, nell’articolo, ve ne citeremo alcuni davvero interessati!

Ci sono diversi studiosi di psicologia e antropologia che da decenni studiano questo particolare fenomeno.

Come abbiamo già scritto, l’effetto Mandela può verificarsi per diversi motivi.

Alla base vi è, però, un unico concetto: il nostro cervello tende a colmare tutti i nostri vuoti di memoria con ricordi plausibili.

Normalmente, questo processo avviene nel modo giusto e i ricordi ricostruiti sono effettivamente ricordi reali. In altri casi, però, può scattare l’effetto Mandela.

I falsi ricordi possono avere cause organiche o psicologiche.

Nel primo caso, queste cause sono legate a encefaliti, traumi o disfunzioni neurologiche; nel secondo caso, esistono diverse cause di tipo psicologico che possono scatenare l’effetto Mandela: vediamone un paio.

  • Una persona a noi cara o una persona autorevole che stimiamo molto e di cui ci fidiamo potrebbe influenzare i nostri ricordi, creandone di falsi;
  • Una terapia insistente creata ad hoc per il recupero di ricordi perduti, come l’ipnosi o la RMT (recovered memory therapy) – un terapista, infatti, potrebbe essere responsabile della costruzione di un falso ricordo nel caso in cui gli suggerisse le risposte a una parte dei ricordi perduti del paziente o nel caso in cui si accanisse con le domande quando il paziente tarda a rispondere (in quest’ultimo caso, infatti, il paziente potrebbe sentire l’obbligo di dover rispondere e di completare il ricordo e potrebbe farlo aggiungendo particolari inventati).

Alcune teorie sulle cause dell’effetto Mandela

Sono state proposte altre teorie che definiscono quali potrebbero essere le cause dei falsi ricordi come, per esempio, la teoria della visione costruttiva della memoria, la teoria degli errori di source monitoring e la teoria della fuzzy face.

Possiamo citare, ancora, la teoria degli universi multipli, secondo cui l’effetto Mandela sarebbe dovuto a un sovrapporsi di linee temporali che creano falsi ricordi collettivi.

C’è, ancora, la teoria della Fisica Quantistica e CERN, secondo cui alla base dei falsi ricordi ci sarebbero motivazioni di tipo quantistico.

Vi sarebbero, secondo questi teorici, universi paralleli al nostro, e la nostra coscienza sarebbe in questo caso in grado di muoversi attraverso questi universi senza che noi ce ne rendiamo conto.

I nostri ricordi, quindi, sarebbero una dissociazione tra la realtà in cui viviamo e ciò che la nostra coscienza ha vissuto nel suo viaggio tra i diversi mondi paralleli.

Secondo questa teoria, il CERN (European Organization for Nuclear Research) potrebbe manipolare e cambiare la realtà quantistica.

Ancora, vi è un’altra teoria che vede i governi e, più in generale, tutte le Istituzioni e le organizzazioni detentrici del potere come manipolatori mentali.

Quest’ultima teoria forma parte delle teorie cospirazioniste esistenti, convinte che le masse siano sempre strumentalizzate dall’alto per esperimenti e fini a loro sconosciuti o per obiettivi che avrebbero un impatto positivo solamente sulle forze governative.

E dunque, come riconoscere i ricordi recuperati veri da quelli falsi?

La risposta a questa domanda è davvero difficile perché, in realtà, le conoscenze sul processo umano di memorizzazione sono ancora molto limitate e non è ancora possibile affermare con certezza quali potrebbero essere i nostri ricordi veri e quali quelli falsi.

Stabilire quanto sia vera una nostra memoria è complesso perché, spesso, le nostre memorie si mescolano e si sovrappongono tra di loro.

Per esempio, una serie di memoria potrebbe essere interamente vera ma disposta in maniera cronologica disomogenea.

È molto difficile, in sintesi, riuscire a distinguere il vero dal falso quando si tratta dei nostri ricordi.

Effetto Mandela: alcuni esempi

Terminiamo con alcuni esempi molto concreti dell’effetto Mandela – sicuramente vi riconoscerete in almeno uno di questi falsi ricordi collettivi.

  • I passeggeri sull’auto in cui venne commesso l’omicidio del presidente Kennedy erano quattro. E invece no, erano sei: il Presidente insieme alla First Lady, il governatore del Texas con sua moglie e due agenti dei servizi segreti. La limousine disponeva, infatti, di due sedili aggiuntivi.
  • Se pensi davvero che, in Biancaneve, la Regina Cattiva dica: «Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?», eccoti allora vittima di un altro falso ricordo collettivo. In realtà, infatti, la Regina Cattiva dice: «Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?».
  • Ne abbiamo un altro anche per i fan di Star Wars: la frase «Luke, io sono tuo padre» non esiste. La vera frase utilizzata nell’episodio V – L’impero colpisce ancora è: «No, io sono tuo padre».
  • Non esiste nemmeno la serie tv Sex in the City: esiste, semmai, la serie tv Sex and the City.
  • Madre Teresa di Calcutta, la celebre suora cattolica missionaria, non è stata affatto canonizzata dal Papa negli anni ’90 mentre era ancora in vita ma è stata dichiarata Santa solamente nel 2016 da Papa Francesco.
  • I Flinstones, la famosa famiglia protagonista dell’omonima serie tv animata, non si chiamano così come abbiamo appena scritto: il loro vero nome infatti è Flintstones, dall’unione dei termini Flint e Stones.
  • Dove si trova la Nuova Zelanda? Se la stai immaginando a nord-est dell’Australia, stai sbagliando. È a sud-est dell’Australia.
  • Il primo Oscar come migliore attore vinto da Leonardo Di Caprio è stato nel 2016: prima di quella data, moltissime persone pensavano che l’attore ne avesse già vinto almeno uno.
  • La coda di Pikachu, il Pokémon migliore amico di Ash, viene ricordata da molti con un dettaglio nero a zig zag. In realtà, però, la sua coda è completamente gialla.

Ti sei riconosciuto in uno di questi falsi ricordi collettivi? Benvenuto, effetto Mandela!

fonte: The false memory syndrome: Experimental studies and comparison to confabulations