Cos’è

L’effetto Hawthorne ci mostra come i nostri comportamenti variano quando ci sentiamo osservati rispetto a quando siamo soli senza occhi puntati addosso.

Da diversi studi è stato dimostrato come il nostro atteggiamento cambi, anche drasticamente, quando percepiamo che qualcuno ci stia guardando, tendenzialmente agiamo in maniera più composta se siamo delle persone timide e che sentono molto la pressione sociale e il giudizio degli altri.

Questo cambiamento può anche portarci a dei comportamenti eccessivi e bizzarri se siamo persone che amano stare sotto i riflettori e adorano attirare l’attenzione degli altri.

L’esperimento di Hawthorne

Si iniziò a studiare meglio questo fenomeno in seguito ad un esperimento fatto all’interno di una fabbrica chiamata Hawthorne Works (da qui il nome del fenomeno).

Era il 1927 quando il sociologo Elton Mayo diede il via ad un esperimento dai risultati inaspettati per quell’epoca.

Elton voleva studiare se la variazione dell’illuminazione all’interno della fabbrica potesse influire sul comportamento e sulla produttività degli operai.

I ricercatori portarono la luminosità dell’edificio come non era mai stata prima, in modo che ogni lavoratore fosse pienamente avvolto da quella luce.

Con sorpresa videro che tutti gli operai iniziarono a lavorare di più e che anche i loro atteggiamenti erano cambiati.

Con il passare del tempo iniziarono gradualmente a diminuire il livello di luminosità all’interno della fabbrica, tuttavia non notarono diminuzioni della produttività.

Questo sembrava contraddittorio ai ricercatori, che più confusi che persuasi decisero di provare ad abbassare nel tempo sempre più le luci fino a rendere complicato il lavoro per eccessiva scarsità di illuminazione.

Con estrema sorpresa notarono che gli operai continuavano a lavorare agli stessi ritmi e che il loro comportamento non era più mutato da quando avevano portato le luci al “massimo”, e che i dipendenti addirittura pur di continuare a dare il loro meglio, si spostavano (quasi ammassati tra di loro) vicino le finestre per poter avere un po’ di luce extra.

I ricercatori, increduli, decisero di intervistare singolarmente i lavoratori per comprendere cosa bene stesse accadendo.

Dai colloqui con gli operai si evinse che non erano i cambiamenti di luminosità a portarli a lavorare maggiormente, ma il fatto che i ricercatori fossero lì ad osservarli.

Ognuno di loro desiderava dare il massimo e fare bella figura, con l’augurio di poter ricevere dei complimenti ed una possibile futura promozione e si sentiva inibita a fare troppe pause per via del giudizio degli occhi che li osservavano.

Da questo esperimento nacque l’effetto Hawthorne, che cambierà le sorti della produttività aziendale e darà il via alla nascita di un nuovo ramo della psicologia: quella aziendale.

L’effetto Hawthorne nella vita di tutti i giorni

Essere osservati, avere i riflettori puntati su di sé, carica le persone di aspettative e responsabilità.

Ogni mossa e atteggiamento è come se fosse sotto giudizio esterno e questo spesso ci porta a voler dare il meglio per fare una buona impressione.

Si tratta di una situazione che sicuramente può portare stress nei soggetti osservati e ovviamente dipende dal luogo, dal contesto e dalle persone che ci osservano.

L’effetto Hawthorne fa riflettere anche sulla nostra identità e di come tendiamo a mostrare parti di noi così differenti tra loro, in base agli occhi di chi abbiamo davanti.

“Siamo in un modo quando siamo da soli, in un altro quando stiamo vicino a qualcuno e in un altro ancora quando il potere ci osserva”

Lucas Rigattieri

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