Più complicati degli anaffettivi e meno pericolosi dei narcisisti patologici, i contro-dipendenti affettivi fanno gruppo a sé. E sotto quell’apparente spavalderia, nascondono in realtà un dolore antico.

Non ho bisogno di nessuno“, dici. Va benissimo, a patto che ciò non sfoci nella contro-dipendenza affettiva! L’autonomia e l’indipendenza sono caratteristiche indispensabili per una vita adulta e strutturata: essere in grado di prendersi cura di se stessi, di non dipendere da nessuno e di riuscire ad essere felici contando solo sulle proprie forze è un valore aggiunto della maturità, e su questo non ci piove.

Ma la contro-dipendenza affettiva è qualcosa di più. È un concetto ben conosciuto solo agli addetti ai lavori, psicologi e psicoterapeuti, che lo descrivono come un meccanismo uguale e contrario alla dipendenza affettiva.

Uguale perché si misura sulla qualità delle relazioni, contrario perché a differenza dei dipendenti affettivi, che realizzano se stessi soddisfacendo i bisogni dell’oggetto del loro amore, i contro-dipendenti non riescono ad entrare in contatto emotivo con l’altro, non instaurano legami profondi e si illudono di bastare a se stessi.

Ti sei riconosciuto in questo quadro e sperimenti un certo disagio?

Se la risposta ad entrambe le domande è Sì, potresti essere disposto a cambiare e a cominciare a vivere una vita affettiva più piena, appagante e vera. Puoi farlo.

Ma sappi che dovrai intraprendere un lungo viaggio di introspezione, alla scoperta delle tue fragilità e dei tuoi bisogni.

Contro-dipendenza affettiva: cosa significa?

Il motto del contro-dipendente affettivo è “io non ho bisogno di nessuno” e quando lo dice ne è realmente convinto. Queste persone sono incapaci di creare un vero attaccamento all’altro e negano disperatamente il bisogno di amare e di essere amati.

Ovviamente è solo una corazza, un castello di carte pronto a volar via alla prima, vera tempesta.

Come si dice? “Nessun uomo è un’isola!”

Siamo tutti piccoli pezzetti di un puzzle più grande, che acquista senso e significato solo quando tutti i pezzi vengono messi in relazione l’uno con l’altro.

E normalmente cresciamo così, veniamo educati fin dalla nascita a vivere “nelle” relazioni. Ma al contro-dipendente affettivo è successo qualcosa nei primissimi anni della sua vita, che lo ha portato a prendere altre strade.

In linea di massima, sono due le teorie sull’origine della contro-dipendenza affettiva ed entrambe prendono in considerazione ciò che accade nei primi 2-3 anni di vita:

  • il bambino rimane incastrato in un’eterna ricerca di indipendenza – i 2 anni del bambino sono anche conosciuti come i “terrible two”, perché in questa fase il piccolo comincia a sperimentare la propria indipendenza dicendo NO. A tutto. Se la madre non sa accogliere con la dovuta empatia questo indispensabile passaggio e non accetta la richiesta di distanziamento emotivo del figlio, questo può rimanere “bloccato” nella ricerca di indipendenza, condannandosi a una vita affettiva vuota e avvilente.
  • il bambino mette in atto meccanismi di difesa – la seconda teoria trova la spiegazione del comportamento del contro-dipendente affettivo in una sorta di trauma infantile. Se il bambino non è amato o non accolto emotivamente, può replicare anche nella vita adulta questo distacco emotivo appreso dai genitori, soprattutto dalla madre. E nel tentativo di non rivivere la frustrazione e il dolore provati nell’infanzia, si negherà per tutta l’esistenza la possibilità di creare relazioni amorose coinvolgenti ed appaganti.

Quale che sia l’origine, il contro-dipendente affettivo imparerà a far conto sulle sue sole forze, si negherà la condivisione di emozioni profonde, non si “abbasserà” mai a chiedere aiuto e si sentirà per sempre a disagio nelle relazioni amorose.

Amare un contro-dipendente: una relazione difficile

La vita affettiva di queste persone non è facile. E non lo è nemmeno quella di chi gli vive accanto! In poche parole, le relazioni saranno sempre disfunzionali.

Generalmente i contro-dipendenti si legheranno con più facilità alla loro controparte ideale, ossia i dipendenti affettivi, che dovendo soddisfare a tutti i costi il loro bisogno d’amore, saranno ben disposti a sopportare la distanza emotiva che verrà riservata loro.

La relazione potrebbe funzionare, pur se nel vuoto affettivo, anche con un altro soggetto contro-dipendente: distanti e autosufficienti, vivranno una relazione che sarà solo di facciata e che non conoscerà mai un reale scambio reciproco.

Ciò che non funzionerà mai, sarà il rapporto amoroso con una adulto risolto e ben consapevole di cosa significhi amare: in questo caso, i capricci e la freddezza emotiva del contro-dipendente non potranno mai soddisfare il bisogno di relazione autentica dell’altro, che finirà per allontanarsi e andarsi a cercare il vero amore altrove.

Un disastro? In effetti sì, ma se sospetti di soffrire di questa disfunzione affettiva, hai ancora la possibilità di uscirne.

Come uscire dalla contro-dipendenza affettiva

Come tutte le disfunzioni della sfera affettiva, anche la contro-dipendenza crea disagio e dolore. Il contro-dipendente vive probabilmente una vita sociale molto vivace, ma lo fa solo perché gli consente di non entrare veramente in contatto profondo con nessuno.

Il risultato? A lungo andare questo atteggiamento potrebbe sfociare nell’isolamento emotivo, che come conseguenza ultima ha la depressione. Chi potrebbe mai vivere felice, senza alcuna relazione soddisfacente dal punto di vista affettivo?

La soluzione risiede nel chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta, che ti aiuterà a scavare nel tuo passato e nel tuo inconscio, alla ricerca dell’origine di tanto disagio, permettendoti di scoprire un nuovo modo di porti nei confronti dell’amore.

Imparerai a riconoscere che anche tu, come tutti gli altri, hai bisogno di essere amato e che non c’è nulla di male in questo: non ti rende né dipendente, né fragile, né meno autonomo.

Dovrai imparare a fidarti dell’altro, prendendo consapevolezza che sì, il rifiuto e l’abbandono sono una possibilità, ma che se mai dovessero accaderti, saprai farvi fronte.

Ma soprattutto, dovrai andare alla ricerca di quel primo trauma emotivo, accettando il passato, riconoscendo le emozioni che ti hanno tanto ferito e accogliendo la dura realtà: forse non ti meritavi i genitori che hai avuto, ma oggi l’adulto sei tu.

Sta a te creare legami appaganti, per accontentare quel bambino che è tuttora dentro di te e che, ancora oggi, ha bisogno d’amore.

1 commento su “Non ho bisogno di nessuno: la contro-dipendenza affettiva”

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