“Te stesso, tanto quanto chiunque nell’universo, merita il proprio amore e affetto”

(Buddha)

Vi è mai capitato di essere ossessivi nel chiedere al vostro partner sempre le stesse domande? “Mi ami?”, “Ti manco?”, “Ti piaccio così?”, “Vuoi lasciarmi vero?”, “Sei sicuro di volere stare con me?”; ecco tutte queste domande se pensate e chieste con ossessione possono far sorgere il segnale che possiate soffrire di dipendenza affettiva.

Che cos’è la dipendenza affettiva?

La parola dipendenza significa dare a qualcun altro o a qualcos’altro la responsabilità della nostra felicità, può essere una dipendenza da sostanze stupefacenti, da alcol, da bisogni sessuali e dall’amore e attenzioni.

E’ proprio di quest’ultima dipendenza che voglio parlarvi in quest’articolo.

 La dipendenza affettiva infatti nasce in noi stessi per un continuo bisogno d’amore, è la costante richiesta di affetto che ci spinge a pensare e ad agire come se non potessimo vivere senza l’altra persona e ci porta a sacrificarci continuamente per compiacere, non perdere il partner e ritrovarci nella condizione che più temiano, la solitudine.

Diversi tipi di dipendenza affettiva

Passiva: quella in cui il partner dipendente ritiene di essere incapace di fare qualunque cosa da solo e accetta qualunque compromesso per far cadere la responsabilità della propria felicità all’altra persona.

Aggressiva: quando il dipendente riversa tutte le sue frustrazioni e i suoi problemi verso il partner , “accusandolo” e ritenendolo colpevole dei propri fallimenti passati.

Co-dipendenza: quando il dipendente affettivo cerca un partner che soffre di altre patologie di dipendenza come la droga, l’alcolismo, problemi famigliari ecc..proprio per salvarlo e cercare di cambiarlo.

La forma più diffusa è quella passiva e comporta una relazione di alti e bassi costanti, di colpevolizzazioni continue su cosa si è fatto oppure no, cosa si è detto o non detto, rimuginando e soffrendo anche per anni dopo la fine di un rapporto.

Il dipendente affettivo soffre continuamente e alterna momenti di benessere quasi estatico, quando ha le conferme dell’amore che prova il partner per lui, a momenti di profonda disperazione quando gesti o dimostrazioni d’amore vengono meno.

I dipendenti affettivi sono sempre pronti a farsi in quattro per il partner, aiutandolo con premure e cure amorevoli per paura di perderlo, ma così facendo annullano se stessi in funzione dell’altro.

i segnali d’allarme per capire se abbiamo a che fare o siamo dipendenti affettivi:

  • Continue richieste di conferme e attenzioni.
  • Eccessiva premura nei confronti del partner.
  • Gelosia e possessività : qualunque attenzione che il partner riversa verso altre cose, amici, interessi, viene percepita come una mancanza d’amore o tradimento.
  • Sensazione di vuoto e solitudine quando non si è con il partner.
  • Idealizzazione della relazione e della persona con cui stiamo.
  • Difficoltà nel fidarsi del partner e dei suoi sentimenti.
  • Rabbia, ansia e problemi psicosomatici come mal di testa e mal di stomaco.
  • Cambi continui d’umore dati esclusivamente da come il partner si relaziona con noi.

Tutti questi comportamenti causati dalla dipendenza affettiva, purtroppo, porteranno all’esatto contrario di quello che si vorrebbe, il partner si sentirà oppresso dalla gelosia, dal troppo amore, dalle recriminazioni, dalla mancanza di libertà di esprimere i propri sentimenti come e quando meglio crede e a lungo andare deciderà di troncare la relazione poichè non è sana ed equilibrata.

Ma esistono modi per uscirne? Il dipendente affettivo sicuramente porta con sè sofferenze passate, talvolta abusi o mancanze di affetto e deve fare un grande lavoro su se stesso, anche con l’aiuto di persone competenti che possano aiutarlo a rialzare la fiducia e l’autostima.

Cosa fare per uscire dalla dipendenza affettiva

Amare se stessi in primis.

Poi attraverso la meditazione e un consulto terapeutico.

Stare del tempo con se stessi, ascoltarsi e capire quali sono le paure e da dove derivano; qual’è il fattore scatenante che provoca ansia e tristezza. Guardarsi dentro.

Cercare di resistere all’urgenza di controllare e risolvere ogni problema del partner.

Prendere le proprie responsabilità e non delegare sempre qualcun altro per risolvere i problemi.

Dare priorità a noi stessi, alle nostre passioni, alla nostra crescita personale.

Uscire con gli amici e la famiglia, divertirsi e svagarsi anche senza l’altra persona, così da capire che si è perfettamente in grado di stare bene anche senza il partner.

Capire che se il partner non ci da continuamente attenzioni e premure, non è perchè non ci ami o non voglia prendersi cura di noi. Ogni persona ha i suoi tempi e i suoi modi per dimostrarlo, ma se si diventa ossessivi, il risultato sarà controproducente.

Stare da soli spesso può diventare un’esperienza fondamentale per noi stessi, per capire cosa vogliamo e dove siamo diretti.

Non lasciamo che la nostra felicità e il nostro benessere dipenda da un’altra persona. La fiducia in se stessi è la prima cosa da ricostruire, tutti siamo meritevoli di amore, ma dobbiamo prima amare noi stessi per poter amare nel modo corretto.

“Innamorati di te, della vita e dopo di chi vuoi.”

(Frida Kahlo)

A presto!

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