Cos’è il Bovarismo
Il bovarismo è un termine introdotto nella seconda metà dell’ottocento e deve il suo nome al celebre romanzo di Gustave Flaubert, “Madame Bovary“.
Il concetto di bovarismo indica uno stato di inquietudine esistenziale causato dalla differenza tra mondo immaginario e mondo reale.
Uno stato di profonda insoddisfazione tra la vita che si vive e quella invece che si desidera.
Questa frattura tra ciò che si vorrebbe vivere e la cruda realtà dei fatti, porta l’individuo ad evadere e rifugiarsi in un mondo più fantasioso, che la possa tener lontana dai propri dolori.
Caratteristiche della sindrome
- Aspettative irreali: Immaginano e desiderano un mondo “a colori”, rifiutano le sfumature grigie e nere dell’animo umano e pretendono silenziosamente che ciò che li circonda rispetti queste aspettative fantasiose e irreali. Rimangono costantemente delusi dagli atteggiamenti degli altri e non comprendono il perché delle loro azioni.
- Obiettivi fuori dalla propria portata: inconsciamente queste persone si pongono degli obiettivi difficilmente raggiungibili, proprio per non doverli perseguire. Sono solite innamorarsi di persone che non ricambiano il sentimento
- Il bias di conferma: prendono dalla realtà soltanto quelle piccole parti che confermano la loro visione delle cose, escludendo tutte le altre. Hanno bisogno di concentrarsi su ciò che conferma il loro mondo idealizzato ed immaginario, poiché vedere la realtà delle cose nella loro interezza causerebbe loro troppo dolore.
- Strategia difensiva – la negazione: il loro modo principale di affrontare gli eventi scomodi della vita è negarli a se stessi e gettarli nel profondo del loro inconscio, incolpando gli altri per ciò che non va e scrollandosi di dosso ogni responsabilità. Evadono da tutto ciò che non gli piace, rifugiandosi in mondi paralleli nei quali possono tenere lontane tutte quelle sensazioni negative che non sono stati in grado di affrontare.
- Poca conoscenza di sé: hanno difficoltà a scavare dentro se stessi e comprendere meglio la loro essenza, hanno paura di vedersi per come sono e costruiscono un immagine di loro stessi che sia in linea con le loro fantasie. Pensano di meritare tutto dagli altri e non sono in grado di vedere i loro errori e limiti.
- Uno strato di malinconia nascosto dalle maschere: queste persone vivono con una costante malinconia nascosta da strati di autoinganni e negazioni, il modo migliore che hanno per affrontare i propri demoni è indossare delle maschere e seppellirli nel loro inconscio.
La sindrome di Madame Bovary
La sindrome di Madame Bovary (o bovarismo), prende forma e nome dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1856.
Madame Bovary è una donna che vive una vita monotona in una piccola provincia francese, suo marito è un medico noioso e maldestro e tra i due non sembra bruciare del reale sentimento.
Lei era cresciuta leggendo romanzi romantici e sognava una vita ricca di esperienze ed intense emozioni, la realtà intorno a sé è ben diversa da come la immaginava da ragazzina.
Nonostante le attenzioni e le gentilezze del marito, Madame Bovary è annoiata da quella vita matrimoniale in un piccolo paese pieno di gente che non la incuriosisce ed affascina.
Decide così di iniziare a frequentare uomini più aristocratici, utilizzando il sesso come arma di potere e di conquista in grado di concederle fughe momentanee dalle proprie frustrazioni.
Da qui inizia anche a sostenere un alto tenore di vita, fatto di lussi ed eccessi che la porteranno ad indebitarsi pesantemente.
Una volta presa coscienza della piega che aveva preso la sua vita, sommersa dai debiti e con un profondo senso di vuoto interiore decide di togliersi la vita avvelenandosi.
Il subdolo percorso che porta al bovarismo
Il bovarismo non è una condizione nella quale nasciamo, ma si costruisce lentamente man mano che le nostre aspettative aumentano e la vita ci delude.
Vediamo insieme i passaggi che affronta una persona con la sindrome di Madame Bovary, alla ricerca di un “mondo fatto su misura“.
L’insoddisfazione sociale ed affettiva
Tutto inizia così, sogni e desideri infranti da una realtà che non ci piace e rende insoddisfatti e malinconici.
Vorremmo avere accanto una persona romantica, sincera, passionale, profonda ecc. che ci dia quello che sentiamo mancare in noi e ci faccia fuggire dalla monotonia.
Sentirci profondamente amati e compresi dai nostri cari, che mettono noi davanti ad ogni atteggiamento egoistico, che comprendono il nostro valore e ci proteggono dalle insidie della vita.
Vorremmo essere circondati da amici sinceri, vivere esperienze intense e mai banali, avere un lavoro gratificante e ben retribuito, ma…. al contrario ci ritroviamo a vivere in un mondo profondamente diverso, dove tutto (o quasi) quello che desideriamo, sembra mancare.
Una realtà scomoda
Una volta che ci siamo accorti che la realtà intorno a noi non ha nulla a che vedere con le nostre proiezioni, come possiamo viverci all’interno senza soffrire, o ancor peggio impazzire?
La soluzione più facile è chiudere gli occhi e non pensare a tutto questo, e iniziare a costruirci delle realtà che ci facciano sentire più amati, gratificati e soddisfatti. Anche a costo di vivere in un illusione.
La disconnessione dalla realtà
Iniziamo così a sognare ad occhi aperti e a diventare gradualmente sempre più miopi sul mondo che ci circonda.
Indossiamo delle “lenti arcobaleno” che camuffano gli errori del mondo (ed i nostri) e ci fanno vedere tutto più colorato.
La chiusura in un mondo immaginario
Quel mondo da noi abilmente creato, ci fa sentire più sicuri e protetti e non abbiamo più voglia di tornare a fare i conti con la dura realtà delle cose.
A questo punto la nostra mente ci suggerisce di restare lì, perché l’esterno non ci piace, non ci soddisfa e non possiamo resistere a lungo in un mondo del genere.
Così perdiamo contatto con il mondo, con noi stessi e sostituiamo il tutto con “il mondo degli unicorni” un posto dove le regole le facciamo noi, ma che lentamente ci allontana dagli altri, sempre più deludenti e incomprensibili, non degni di abitare il nostro luogo incantato.
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