Vivere in una società, in cui si è circondati costantemente da tante persone, tutte così diverse l’una dall’altra, è un’esperienza molto particolare, ma a cui siamo tutti abituati.

Sin dall’inizio della nostra specie umana, abbiamo capito come sia fondamentale, per la nostra esistenza, dover collaborare fra di noi.

È infatti questo elemento che ci consente di sopravvivere, diventare sempre più avanzati e di distinguerci dalle altre specie animali.

Nonostante ciò, rimane difficile vivere in armonia con così tante persone costantemente, specialmente se sono così diverse da noi.

Da questo scaturiscono tantissimi problemi, come fra i più evidenti vi può essere la guerra o i conflitti fra i diversi paesi.

Proprio per questo motivo, spesso diventiamo insofferenti verso le persone che ci circondano, sviluppando un senso di malessere quotidiano, che può pian piano sfociare in un fenomeno molto più ampio, ovvero la misantropia.

Questo concetto esiste da tantissimo tempo, ma negli ultimi anni diventa sempre più presente nella nostra vita di ogni giorno.

Ma, sappiamo realmente cosa significa essere misantropi?

Misantropia: definizione e corso nella storia umana

Il termine misantropia indica un tipo di sentimento o un atteggiamento di odio, mancanza di fiducia e insofferenza verso l’uomo, inteso come specie umana, che non può essere placato in modo semplice.

Infatti, la parola stessa deriva dal greco antico e significa letteralmente “odio verso l’essere umano“.

La parola può identificare un generale senso di odio verso l’essere umano, ma se non analizzato e affrontato in modo costruttivo, può portare a comportamenti pericolosi per l’individuo in questione e le persone attorno a sé.

Infatti, la misantropia può portare l’individuo che la prova ad allontanarsi, fisicamente ed emotivamente, dal resto delle persone.

Essa non è strettamente collegata a comportamenti antisociali o a fenomeni come depressione e masochismo, ma allo stesso tempo può essere un campanello d’allarme, per scoprirne i primi sintomi.

Come è stato accennato precedentemente, la misantropia non è un fenomeno nuovo, ma sin dagli inizi dei tempi sono stati rilevati degli esempi, seppur primitivi, di misantropia.

Infatti, sin dall’antichità, ci sono stati numerosi artisti, filosofi e scrittori che hanno tentato di spiegare questo sentimento all’uomo, analizzandone le cause e le conseguenze.

Ad esempio, nella cultura occidentale, si è parlato per la prima volta di misantropia nel Fedone di Platone, in cui Socrate definisce la misantropia quasi come un principio animalesco, intrinseco nella specie umana.

Secondo lui, essa è il risultato di un eccessivo ottimismo nei confronti della vita e della specie umana, che viene tradita dalla realtà, perciò ne scaturisce un forte senso di tradimento e sfiducia.

Aristotele, invece, lo considerava come un elemento più ontologico, definendo il misantropo quasi alla stregua di un essere animale o di un dio, per sviluppare un odio così radicato.

Nei secoli a seguire, la misantropia come concetto filosofico ebbe più successo, grazie a tantissimi autori come Sartre o Schopenhauer.

Sono in molti a conoscere già la celebre frase del filosofo francese, ovvero ‘L’inferno sono gli altri’.

Secondo lui infatti, le persone temono il confronto con gli altri, poiché proiettano le loro paure ed insicurezze sulla gente, che possono avere un’idea sulla tua persona diversa da quella che puoi immaginare, rendendoti più insicuro e infelice.

Egli definiva infatti l’esistenza umana come un fatale errore dell’universo, ma allo stesso tempo, non ripudiava o giudicava la presenza in società, poiché soltanto tramite i rapporti sociali, possiamo crescere e fiorire come specie.

Come riconoscere la misantropia e combatterla

La misantropia è un sentimento ormai diffuso all’interno della nostra società e che tutti noi viviamo, almeno fino a un certo livello superficiale.

Ma come è possibile poter capire cosa è la misantropia e riconoscere se qualcuno che conosciamo, o anche noi stessi, prova misantropia?

Come è stato accennato precedentemente, la misantropia è un forte senso di insofferenza e odio verso il genere umano, ma tutto questo non sempre si traduce in atteggiamenti così forti, da dover portare ad atteggiamenti antisociali.

Infatti, molto spesso, i misantropi riescono comunque a poter vivere tranquillamente in società e intrattenere relazioni impersonali di qualsiasi tipo.

Allora cosa effettivamente può provocare la misantropia nelle persone?

Molto spesso, la misantropia può essere motivata da diversi tipi di sentimenti, come isolamento o alienazione, ma può essere anche la conseguenza di un senso di arroganza culturale.

Nello specifico, la persona in questione si sente al di sopra degli altri, mostrando un’arroganza che può sfociare nel disprezzo verso gli altri.

Non sempre la misantropia può essere un tratto evidente della personalità, ma può accadere anche in momenti ‘alterni’, specialmente se si affronta delle situazioni difficili o se si è affetti da momenti depressivi.

Solitamente, in questi casi, si sente un grande desiderio di solitudine e di astrazione dal mondo sociale, oppure nelle situazioni molto più gravi, si possono anche provare sentimenti forti e violenti.

Nonostante ciò, per fortuna, non è sempre un sentimento fisso, poiché attraverso delle valvole di sfogo o degli interessi particolari, si possono tirare fuori delle frustrazioni e far passare il tutto.

Molte persone tendono a pensar male non appena si parla di misantropia, in quanto credono possa essere un sintomo di qualche malattia mentale di tipo antisociale, ritenendola pericolosa o da evitare.

In realtà, la misantropia è un sentimento totalmente legittimo e comune nelle persone, che non necessariamente può portare a comportamenti pericolosi in società, anzi può essere utile per poter sfogare quei sentimenti negativi, che imbottigliati possono renderci la vita più triste.

Proprio per questo motivo, non bisogna approcciarsi con pensieri negativi alla misantropia, né doverla bollare come un comportamento antisociale, bensì è solo un momento per poter sfogare le proprie insoddisfazioni verso il mondo.

Nell’epoca attuale, con la crescita dei social media, ci sentiamo così circondati dalle persone e dai loro pensieri, che può risultare solo naturale poter provare ogni tanto dei sentimenti di misantropia.

Perciò non bisogna temerli o rinchiuderli in sé stessi per paura, bensì dare loro spazio, poiché possono anche portarci a pensare alla nostra vita e capire se c’è qualcosa che non va e migliorarla.