Poco noto e ancora scarsamente studiato, il Binge Eating affligge un gran numero di individui, accomunati da un gran senso di inadeguatezza, fame emotiva e stati depressivi. Ecco di cosa si tratta e come uscirne.

Ricorrere al cibo per compensare sporadici momenti di insoddisfazione o noia è normale, ma quando l’assunzione di cibo diventa incontrollata, spasmodica e disordinata allora si comincia a parlare di Binge Eating.

Questo disturbo alimentare non deve però essere scambiato per Bulimia, perché al contrario di questa patologia, non presenta alcun comportamento correttivo. I bulimici, infatti, compensano il loro comportamento provocandosi attacchi di vomito, assumendo lassativi o alternando alle loro abbuffate lunghi periodi di digiuno forzato.

Chi soffre di Binge Eating, invece, non lo fa e con i bulimici condivide solo un malessere psichico profondo, caratterizzato da stati depressivi, senso di colpa e inadeguatezza.

Binge Eating: cos’è esattamente?

Per capire cos’è il Binge Eating è sufficiente affidarsi alla traduzione di questa espressione inglese. Letteralmente, significa “abbuffata di cibo” ed è proprio di questo che si tratta.

Ovviamente non devi pensare a una semplice cena con gli amici, durante la quale ti sei lasciato andare con le portate: si tratta di un vero e proprio disturbo alimentare, che coinvolge sia la sfera fisica, sia quella psichica.

Riconosciuto come vera e propria patologia solo nel 2013, il Binge Eating si caratterizza per la presenza di episodi in cui la persona perde totalmente il controllo sul cibo, assumendone quantità esagerate in un lasso di tempo molto ristretto.

In linea di massima, si può parlare di Binge Eating quando in meno di due ore si assumono grandi quantità di cibo in modo compulsivo e quando questi episodi si ripetono nel tempo, almeno un paio di volte alla settimana, per un periodo non inferiore ai 3 mesi.

Per far sì che possa essere diagnosticato come disturbo alimentare, la persona deve manifestare almeno 3 o più dei seguenti comportamenti:

  • assumere cibo in modo rapido e incontrollato
  • mangiare fino a sentirsi male
  • consumare cibo anche in assenza dello stimolo della fame
  • mangiare di nascosto, per nascondere l’imbarazzo
  • sperimentare depressione o senso di colpa dopo l’episodio

Insomma, non è sufficiente mangiare moltissimo per essere affetti dal Binge Eating, perché come vedi questo disturbo alimentare coinvolge anche la psiche, causando depressione e senso di inadeguatezza.

Le cause del Binge Eating

Ad utilizzare il cibo come arma, o come scudo, sono maggiormente le donne, che rappresentano il 60% dei pazienti affetti da Binge Eating. A differenza della Bulimia o dell’Anoressia, questo disturbo alimentare tende a insorgere nell’età adulta, anche se ovviamente può colpire anche gli adolescenti.

Nonostante ormai abbondino studi e ricerche, ancora non sono chiarissime le cause che comportano l’insorgenza del Binge Eating, ma i ricercatori hanno individuato una serie di circostanze che potrebbero favorire l’insorgenza della patologia. Fattori genetici e neuroendocrini, ma soprattutto affettivi e sociali sono i principali responsabili del disturbo e, proprio per la loro natura, richiedono un approccio multidisciplinare.

Questo perché per le persone affette da Binge Eating il cibo non rappresenta un’ovvia strategia per rimanere in vita, per saziare la fame o per regalarsi un momento piacevole, ma si configura come lo strumento per fuggire a stati emotivi ingestibili o come l’espressione della difficoltà a gestire gli impulsi.

In quest’ultimo caso, al Binge Eating possono associarsi altri comportamenti estremamente pericolosi, come la tossicodipendenza, l’alcolismo e l’autolesionismo.

Ripercussioni fisiche e psicologiche

Il Binge Eating ha un forte impatto sulla vita delle persone che ne soffrono. Ovviamente le ripercussioni a livello fisico sono importanti, ma non sono da sottovalutare nemmeno quelle sul piano psicologico.

Mangiare in modo incontrollato favorisce l’aumento di peso, che può sfociare nell’obesità, con tutto ciò che ne consegue, ma ciò che fa soffrire maggiormente gli affetti da tale patologia sono le conseguenze che questo comportamento alimentare ha sulla loro psiche.

Il senso di colpa, la vergogna e la consapevolezza di non saper controllare i propri impulsi causano spesso depressione e peggiorano significativamente le relazioni sociali, imprimendo una spinta all’autoisolamento che non può che peggiorare la situazione.

Si innesca così un circolo vizioso, nel quale lo stato depressivo induce ad aumentare gli episodi di Binge Eating, che a loro volta aumentano il disagio emotivo e psichico. Ecco quindi, che il ricorso agli specialisti diventa indispensabile.

Trattamento del Binge Eating

Per curare questo disturbo alimentare è necessario un trattamento multidisciplinare. Imporre una semplice dieta sarebbe fuori luogo e controproducente. Lo stimolo della fame, infatti, non farebbe nient’altro che scatenare ulteriori episodi di Binge Eating, causando un ulteriore sofferenza all’individuo.

Oltre a un regime alimentare controllato, quindi, è indispensabile intervenire sulla sfera psichica, indagando in profondità sulle cause che provocano gli episodi, verificare che non vi siano problematiche endocrine e programmare una regolare attività fisica, che favorisca il movimento e il rilascio di endorfine, essenziali per il recupero del buon umore.

Intervenire per tempo è assolutamente necessario, perché a volte il Binge Eating può sfociare in Bulimia o Anoressia Nervosa, con conseguenze ancora più nefaste sull’organismo, la vita sociale e lo stato psico-emotivo.

Pertanto, se pensi di avere un problema con il cibo e ti riconosci in questo quadro, non perdere altro tempo e rivolgiti a uno specialista: ritroverai il tuo peso forma, ma soprattutto, tornerai ad essere felice.

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1 commento su “Binge Eating: il disturbo dell’alimentazione incontrollata”

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