Causate da fattori come l’invecchiamento e la predisposizione genetica, le palpebre cadenti sono tra gli inestetismi del contorno occhi più difficili da contrastare
Le palpebre cadenti, o ptosi palpebrale, sono una condizione abbastanza comune che consiste nell’abbassamento parziale o totale delle palpebre superiori o inferiori.
Esteticamente sgradevoli, le palpebre cadenti possono trasformarsi anche in un problema di salute in quanto, se non trattato, può avere ripercussioni sulla vista causando una restrizione del campo visivo.
Tale condizione può presentarsi già alla nascita o in età precoce, e in questo caso si parla di ptosi palpebrale congenita, oppure insorgere con l’avanzare dell’età (ptosi palpebrale acquisita).
Ma quali sono le cause delle palpebre cadenti? Quali i rimedi da adottare per evitare o correggere il progressivo cedimento delle palpebre?
Le cause e i sintomi delle palpebre cadenti
La causa più comune delle palpebre cadenti è l’invecchiamento, poiché con l’avanzare dell’età i muscoli e la pelle del contorno occhi cominciano a cedere, causando la comparsa delle prime rughe, delle borse e di gonfiori localizzati.
La pelle degli occhi, infatti, è estremamente sottile ed elastica così con il progressivo cedimento dei muscoli anche la cute tende ad afflosciarsi, dando agli occhi un aspetto spento e stanco.
Oltre che causate dall’invecchiamento, le palpebre cadenti sono anche conseguenza dello sviluppo improprio del muscolo elevatore, quello deputato all’apertura e alla chiusura degli occhi, o derivate dalla presenza di specifiche patologie, come il diabete, oppure determinate da una predisposizione genetica.
Tra i sintomi delle palpebre cadenti, oltre all’abbassamento di una o di entrambe le palpebre, possono esserci anche altri disturbi come gonfiore e stanchezza del contorno occhi, dolore nell’area perioculare, cambiamenti nell’aspetto del volto sino a difficoltà nell’aprire e chiudere gli occhi.
Per quanto concerne il decorso, le palpebre cadenti possono stabilizzarsi, progredire nel tempo (ptosi progressiva) oppure avere un andamento intermittente mentre tale condizione può essere appena percettibile oppure piuttosto seria, andando a coprire quasi interamente la pupilla, l’iride e le altre parti dell’occhio.
Come prevenire ed evitare le palpebre cadenti
Esistono diversi metodi per eliminare o correggere le palpebre cadenti, da adottare a seconda dello stato del problema.
Se le palpebre cadenti sono a uno stadio iniziale e non sono conseguenza di un problema medico, allora è possibile intervenire con una serie di trattamenti piuttosto efficaci.
Per sollevare le palpebre cadenti un valido aiuto può venire dalla ginnastica facciale, che permette di rafforzare il muscolo addetto al sollevamento della palpebra, oppure dall’uso di particolari occhiali “a stampella” o di lenti a contatto sclerali.
Per chi vuole una soluzione immediata per le palpebre cadenti è poi possibile utilizzare delle speciali strisce adesive trasparenti e impermeabili, vendute in rotolo o pretagliate, da applicare sulla palpebra per un effetto lifting istantaneo.
Mentre se si è alla ricerca di rimedi curativi allora è possibile ricorrere a maschere in gel per il contorno occhi, da utilizzare la sera, o a prodotti per le palpebre cadenti a base di collagene, acido ialuronico e vitamina E.
Tra i rimedi naturali per le palpebre cadenti figurano anche gli impacchi di camomilla o di tè verde, dalle proprietà antinfiammatorie e lenitive, il cetriolo, che aiuta a tonificare la zona del contorno occhi, e il ghiaccio, che oltre a rinfrescare lenisce e attenua gli arrossamenti intorno agli occhi.
Infine per i casi più gravi una soluzione viene anche dalla chirurgia estetica con la blefaroplastica, un intervento che permette di rimodellare i muscoli e la pelle della zona oculare, migliorando notevolmente non solo l’aspetto estetico degli occhi ma anche le funzionalità delle palpebre.
La blefaroplastica può essere eseguita chirurgicamente o, in alcuni casi, con il laser; l’intervento chirurgico dura un paio di ore mentre quello con il laser circa 40 minuti e in entrambi i casi il decorso post-operatorio è abbastanza rapido e indolore e si risolve in un paio di settimane.