Da sempre le fiabe permettono ai bambini (e non solo) di sognare ad occhi aperti.

In realtà la maggior parte di esse sono state scritte e pensate non proprio per i bambini e le loro versioni originali nascondono lati oscuri e violenti.

Questo lo approfondiremo nel prossimo articolo “L’origine delle fiabe, come non vi sono mai state raccontate”, per il momento vediamo degli aspetti psicologici che si nascondono nei personaggi rielaborati dalla Disney e che ci hanno accompagnati nella nostra infanzia!

Biancaneve e i sette nani

Tra narcisismo e crisi di mezza età

In questa antica fiaba, riadattata dalla Disney, la protagonista Biancaneve si ritrova a vivere sola con una matrigna avida e crudele di nome Grimilde divenuta regina dopo la morte del padre.

Questa donna ossessionata dalla bellezza, interroga spesso uno specchio magico per sapere chi è la più bella di tutto il reame.

Biancaneve crescendo supera in bellezza la sua matrigna, la quale venendo informata dell’accaduto dal suo specchio magico, andrà su tutte le furie ed ordinerà ad un cacciatore di uccidere la figliastra e di portarle il suo cuore in uno scrigno come prova.

In questa fiaba possiamo notare come la matrigna Grimilde sia una narcisista patologica, con il chiodo fisso di voler essere a tutti i costi la più bella del reame

Da qui la celebre frase: “Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?

La crudele regina è tormentata dal vedere svanire il potere della sua bellezza ogni anno che passa e sviluppa un ossessione e profonda invidia per la bellezza e la gioventù di Biancaneve

Cenerentola

Tra dipendenza affettiva, servilismo e bassa autostima

In questa fiaba come molte del passato, la protagonista Cenerentola è una fanciulla giovane e bella che si ritrova a vivere una vita piena di difficoltà.

Rimasta orfana di padre, sarà vittima dei soprusi della matrigna e delle due sorellastre, le quali la costringeranno a svolgere tutti i lavori di casa più pesanti senza risparmiarle offese e attacchi.

Cenerentola vivrà buona parte della sua giovinezza in questa condizione senza mai ribellarsi ne cercare di cambiare vita e uscire da quell’inferno con le sue forze.

Fortuna vorrà che un giovane principe si innamori di lei e la salvi da quella vita fatta di sacrifici e umiliazioni.

In questa favola la giovane Cenerentola accetta passivamente tutti i soprusi dei suoi familiari, finendo spesso per pensare di meritarsi tutto quello e di non avere via di fuga.

Si aggrapperà ad un salvatore esterno che solo nelle fiabe viene sempre in soccorso (il giovane principe), con il quale potrà riscattarsi e dal quale dipenderà affettivamente ed economicamente.

La Bella e la Bestia

La sindrome di Stoccolma

In psicologia questo termine viene utilizzato per indicare una condizione nella quale le vittime di sequestro tendono con il passare del tempo ad avere sentimenti positivi nei confronti del rapitore, in alcuni casi arrivando anche ad innamorarsene!

La fiaba inizia presentandoci due personaggi Belle e Maurice, rispettivamente figlia e padre. Il padre volendo regalare una bellissima rosa alla figlia, entra in un castello di proprietà di una “bestia”.

Viene scoperto durante l’intrusione e preso in ostaggio dalla bestia, la quale lo lascerà andare soltanto se la figlia dell’uomo deciderà di prendere il suo posto.

Belle accetta per salvare il padre e da li viene rinchiusa nel castello con la bestia, della quale inizierà sempre più a vederne i lati positivi fino ad innamorarsene.

La Bella addormentata nel bosco

Tra invidia, rancore e rinunce

In un tempo lontano, in un regno lontano.. si, come solitamente iniziano le fiabe!

Una potente strega che osservava con invidia la vita al castello, non fu invitata per il più importante evento dell’anno; la nascita della piccola principessa.

Rancorosa già con il mondo umano con il quale percepiva di aver avuto solo delusioni e brutte esperienze, si presentò a sorpresa all’evento della piccola nascitura.

Mentre tutti gli invitati donavano beni materiali, auguri e positività, i sentimenti che segretamente covava dentro il suo cuore, portarono la potente strega a maledire la piccola bambina: raggiunti i suoi 16 anni, la fanciulla sarebbe caduta in un sonno profondo, simile alla morte.. solo il “classico” bacio vero principesco l’avrebbe potuta risvegliare.

Come vediamo invidia e rancore non fanno altro che avvelenare il nostro cuore e danneggiare quello degli altri, ma perché nel sottotitolo parliamo anche di rinunce?

Beh, la piccola principessa fu costretta a vivere senza mai poter uscire dal castello e vivere la propria vita, rinunciò per colpa della cattiveria della strega e della comprensibile preoccupazione dei genitori (in questo caso) a chiudersi e privarsi di conoscere il mondo e tutto quello che le potesse far sentire.

Peter Pan

Il narcisista con la paura di crescere e la sua crocerossina

In questa famosa fiaba, il protagonista è Peter Pan, un ragazzino fuggito dal mondo reale per la paura di diventare grande.

Lui ormai vive da molto tempo sull’ l’isola che non c’è , un posto magico dove i bambini non crescono mai.

Peter, nel suo profondo, si ritrova a vivere una vita solitaria e senza affetti, data la sua scelta di estraniarsi dal mondo e non crescere mai.

Gli unici legami che possiede sono quelli con i bambini che porta con se nell’isola, una di questi sarà Wendy, una ragazzina saggia e matura per la sua età, che da sempre si prende cura degli altri con fare materno.

Il rapporto tra i due dietro le magie raccontate dal cartone, nasconde una solitudine e un egoismo da parte di Peter Pan, il quale trova in Wendy una piccola mamma pronta a prendersi cura di lui in tutto.

Wendy trascorrerà buona parte delle giornate a raccontare fiabe a Peter e agli altri bambini dell’isola, fino poi a fare ritorno alla sua casa.

Peter non prenderà per nulla bene quella sua decisione visto che era fortemente intenzionato a trattenere Wendy e gli altri bambini per sempre con lui nell’isola.

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