Contagio emotivo
Sicuramente ti sarà capitato di incontrare qualcuno per strada allegro e ti abbia trasmesso il buon umore; o stare in compagnia di amici e sentirti contagiato dalla loro felicità o tristezza.
Le emozioni ormai è risaputo che possono trasmettersi inconsciamente da una persona all’altra tramite il contatto diretto e un ruolo significativo ce l’hanno la comunicazione non verbale, la mimica, la postura e il tono della voce.
E’ possibile il contagio emotivo a distanza?
Questa domanda ha suscitato l’interesse di alcuni ricercatori che hanno messo in atto un esperimento per capire se il contagio emotivo è possibile anche a distanza, in assenza di un comportamento non verbale.
Hanno pertanto fatto un test sui social network, il che non è stato assente da qualche dubbio e polemica ( come accade non di rado).
Tramite questo test si è potuto dimostrare che le emozioni, sia positive che negative, possono essere trasmesse anche senza che ci sia un contatto o un’interazione diretta fra le persone.
L’Esperimento su Facebook
I social media sono utilizzati da milioni di persone ogni giorno ed è ormai diventato il principale mezzo attraverso cui ogni individuo comunica i propri pensieri ed emozioni.
Per verificare la teoria del contagio emotivo, un gruppo di ricercatori e scienziati di Facebook, hanno deciso cosa mostrare nella bacheca di 689.003 persone, senza che questi ne fossero consapevoli. Gli utenti scelti sono stati divisi in due gruppi: ad un gruppo venivano fatti visualizzare post positivi, mentre all’altro gruppo post negativi.
Questo test è durato una settimana, dall’11 al 18 gennaio del 2012 e come risultato si è ottenuto che chi vedeva i post negativi reagiva con contenuti negativi e viceversa.
E’ da sottolineare che gli stati degli utenti, per rispetto della privacy, non sono stati letti dai ricercatori, ma è stato utilizzato un programma, il Linguist Inquiry and Word Count.
L’esperimento ha suscitato qualche polemica in quanto per dimostrare la teoria del contagio emotivo a distanza, si è ricorso alla manipolazione delle emozioni di persone senza il loro consenso.
Tuttavia c’è da dire che quando si effettua l’adesione ai social, diamo il consenso agli amministratori di Facebook a poter agire sulle operazioni interne quali la ricerca, le soluzioni di problemi, l’analisi dei dati, test e miglioramenti del servizio.
Ad ogni modo Adam Kramer, del Data Science di Facebook, ha dichiarato di essere dispiaciuto per l’ansia generata dalla loro ricerca, spiegando il motivo del loro operato: “ la ragione per cui abbiamo svolto questa ricerca è perché ci preoccupiamo per l’impatto emotivo su Facebook e delle persone che lo utilizzano. Allo stesso tempo eravamo preoccupati che l’esposizione alla negatività degli amici, potrebbe portare le persone a evitare di visitare Facebook”.
Le emozioni positive sono più contagiose
A differenza dell’esperimento fatto su Facebook dove si è ricorso alla manipolazione per ottenere dei dati, è stato effettuato un altro studio dove ci si è limitati semplicemente ad osservare come le persone interagiscono sui social e in che modo si influenzano a vicenda.
Tramite delle ricerche effettuate da ricercatori dell’Università della California si è notato che oltre ad esistere il contagio emotivo a distanza, le emozioni positive sono quelle più contagiose rispetto a quelle positive.
In questo esperimento sono stati presi in considerazione 3800 soggetti scelti fra gli utenti di Twitter e osservati nei loro comportamenti.
Da ciò è emerso che vi sono soggetti più sensibili e quindi più influenzabili emotivamente e soggetti che lo sono meno.
Gli studiosi per fare ciò hanno utilizzato un algoritmo che calcola lo stato emotivo dei messaggi pubblicati (tweet), suddividendoli in positivi, negativi e neutri.
Hanno osservato lo stato emotivo degli utenti e quindi il loro modo di interagire dopo i tipi di tweet che gli appaiono un’ora prima.
Si è riscontrato che se la media dei tweet presenti erano positivi, avveniva la pubblicazione successiva di tweet positivi e viceversa.
Inoltre si è notato che il 20% fra utenti erano più sensibili al “contagio emotivo”. Gli stessi erano anche influenzati maggiormente, circa quattro volte in più dai tweet positivi rispetto a quelli negativi.
Anche quelli meno sensibili al contagio emotivo erano maggiormente influenzati dai tweet positivi, almeno due volte in più rispetto a quelli negativi.
Dai dati ottenuti, Emilio Ferrara il principale autore della ricerca, ha espresso il suo pensiero: “Questo può essere rilevante per pianificare interventi sugli utenti che soffrono di depressione o di altre forme di disturbi dell’umore”.
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