Capita spesso in psicologia di associare a sindromi e disturbi il nome di personaggi delle favole o di miti.

Questo è il caso dalla sindrome di Rapunzel (o sindrome di Raperonzolo), conosciuta anche col nome tecnico di tricofagia, un disturbo che spinge chi ne è affetto a mangiarsi i capelli i quali, in molti casi se sono molto lunghi, vengono prima messi in bocca, poi staccati e ingoiati.

Il riferimento a Raperonzolo è dovuto al fatto che la principessa della favola è nota per la sua lunga e folta chioma.

COSA E’ LA TRICOFAGIA O SINDROME DI RAPUNZEL?

Il termine tricofagia deriva dal greco trics =capello e fagein =mangiare e indica l’impulso involontario a mangiarsi i capelli.

Si tratta di un disturbo psicologico di natura ossessivo compulsivo, per cui la persona che ne è affetta non ha alcun controllo sul proprio comportamento.

Ciò può essere molto rischioso, infatti, l’introduzione continua di capelli nello stomaco fatto per un periodo lungo, genera una massa aggrovigliata chiamata tricobezoario che se non diagnosticata in tempo può diventare mortale.

PERCHE’ E’ COSI PERICOLOSO E QUALI SONO I SINTOMI

Prima di tutto bisogna sapere che i capelli sono formati di cheratina, una sostanza che il nostro apparato digerente non è capace ne di assimilare ne di smaltire.

Nel momento in cui si mangiano i capelli continuamente e per un lungo periodo, essi si accumulano nello stomaco formando il tricobezoario, una matassa dura e aggrovigliata come una “palla di pelo”.

Essa può espandersi fino all’intestino tenue dando diversi sintomi e comportando diversi rischi quali:

  • Impedire l’assorbimento dei cibi
  • Dolori addominali
  • Nausea e vomito
  • Poco appetito
  • Perdita di peso
  • Gonfiore allo stomaco
  • Costipazione

In questi casi, per rimuovere il groviglio di capelli è necessario l’intervento chirurgico.

Purtroppo molti pazienti non ammettono di avere l’abitudine di mangiarsi i capelli o non gli danno importanza, e se vanno dal medico lamentano semplicemente i sintomi.

Ciò comporta seri rischi perché come abbiamo detto, se il tricobezoario non viene diagnosticato in tempo diventa pericoloso per la vita e anche l’intervento chirurgico può non avere un lieto esito.

Casi di alcuni pazienti

  • Jasmine Beever era una ragazza di sedici anni che viveva in Inghilterra. Tutti la vedevano una persona tranquilla e con una vita normale, nessuno si sarebbe aspettato la sua morte. Un giorno mentre era a scuola ha cominciato a lamentare un forte dolore allo stomaco, così i genitori sono andati a prenderla per portarla a casa. Li la situazione è peggiorata fino a che la ragazza è svenuta. I genitori a questo punto l’hanno portata al pronto soccorso dove i medici sono riusciti a svegliarla, purtroppo per poco. La ragazza è morta subito dopo. In seguito i medici hanno scoperto che Jasmine aveva nello stomaco un’enorme palla di capelli che le ha formato un’ulcera fino a condurla alla morte.
  • Nel 1999 una ragazza britannica è morta durante un intervento chirurgico. Nell’intento di rimuovere l’ammasso di capelli, è avvenuta una emorragia interna.
  • Uno dei casi più sconvolgenti è stato nel 2007, quando ad una ragazza diciottenne di Chicago è stato rimosso un tricobezoario di 4,5kg.
  • Più di recente, ad una donna trentottenne sono stati tolti ben due palle di capelli: uno nello stomaco e l’altro nell’intestino tenue.

CHI SOFFRE DELLA SINDROME DI RAPUNZEL?

La sindrome di Rapunzel nella maggior parte dei casi è la conseguenza e la condizione più grave di altre due sindromi specifiche:

  • La tricotillomania
  • Il Pica

Vediamo cosa sono nello specifico.

TRICOTILLOMANIA

Si tratta di un disturbo ossessivo compulsivo per cui la persona che ne soffre, ha il bisogno irrefrenabile di strapparsi i capelli (in alcuni casi anche i peli del corpo) per allontanare stati d’animo negativi come stress, ansia, frustrazione. Nei casi più gravi l’individuo può giocarvi per ore fino a mangiarseli.

PICA

Il termine pica è stato utilizzato perché fa riferimento alle strane abitudini alimentari di un uccello, appunto il pica pica.

Si tratta, infatti di un disturbo per cui la persona affetta sente il bisogno di ingerire sostanze insolite o/e che non sono commestibili come per esempio sale, sabbia, feci, sapone o come nel nostro caso capelli.

Molte delle volte il bisogno nasce da parte dell’organismo che avendo delle carenze di qualche sostanza come proteine, sali minerali etc, crea l’istinto a livello mentale per fare in modo di compensare ciò che manca.

Quando il comportamento si protrae nel tempo ed è inconsapevole, vuol dire che la causa è da ricercare a livello psicologico.

Ritornando alla Sindrome di Raperonzolo, riguarda maggiormente le donne, proprio perché avendo i capelli più lunghi è più certo che arrivino a formare matasse tali da bloccare lo stomaco.

Inoltre delle ricerche hanno notato che il 70% dei pazienti sono di sesso femminile e di età che non supera i 20 anni.

COME TRATTARE LA SINDROME DI RAPERONZOLO?

In questo caso le strade da seguire sono due:

  • Rivolgersi ad un medico specialista per rimuovere il tricobezoario
  • Fare un percorso psicoterapeutico

RIMOZIONE DEL TRICOBEZOARIO

Il metodo migliore per rimuovere l’ammasso di capelli è l’intervento chirurgico e nella maggior parte dei casi è l’unica soluzione. Tuttavia se le dimensioni del tricobezoario sono ancora piccole, si può ricorrere all’aiuto di prodotti chimici, oppure al laser che lo rompe in pezzettini più piccoli, oppure eliminarlo tramite endoscopia. Ad ogni modo l’intervento chirurgico è il modo più efficace

PERCORSO PSICOTERAPEUTICO

Per chi soffre di tricofagia è indispensabile che si rivolga ad uno psicoterapeuta. Questo perché nonostante la rimozione del tricobezoario, il paziente se continua a mangiarsi i capelli non ha risolto nulla e può diventare ancora più rischioso.

Il percorso si baserà sulla terapia cognitivo comportamentale, la più efficace per quanto riguarda tutti i disturbi di natura ossessivo compulsivo.

L’obiettivo è quello di rendere il paziente più consapevole e guidarlo a riconoscere i pensieri e sentimenti che lo spingono a mangiarsi i capelli.

Dopo aver identificato le cause scatenanti, si lavora per sostituire a quelle emozioni il tipo di reazione con comportamenti diversi e positivi.

Spero di esservi stata utile. A presto!

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2 commenti su “Sindrome di Raperonzolo o Tricofagia: l’impulso ossessivo di mangiarsi i capelli”

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