Chissà quante volte ci siamo trovati davanti ad un ostacolo che a prima occhiata sembrava assolutamente insormontabile.

Come abbiamo reagito?

Abbiamo analizzato la situazione da diversi punti di vista, richiamando a noi le risorse di cui disponiamo per eliminare l’ostacolo.

Poi forse ce l’abbiamo fatta, forse ci siamo lasciati scoraggiare dall’immensità di quello che si è frapposto tra noi e il nostro obiettivo finale.

Perché abbiamo paura di fallire

Per trovare le cause della paura del fallimento, innanzitutto dobbiamo capire cosa significa “fallimento”, perché ognuno di noi ha una definizione diversa, nata dalle nostre esperienze, punti di riferimento e sistemi di credenze molto diversi tra loro.

Spesso e volentieri, la chiave di risoluzione di quasi tutti i problemi è l’autostima: buoni livelli di autostima portano una capacità maggiore di fronteggiare i problemi e cercare quindi una possibile risoluzione.

Può capitare però che l’autostima sia danneggiata in età precoce, da genitori o parenti poco sostenitori e molto critici, da maestri o professori scolastici.

Oppure ancora traumi passati che hanno lasciato una cicatrice talmente profonda da farci bloccare inevitabilmente davanti ad un’esperienza simile a quella del trauma.

Come smettere di avere paura del fallimento

L’autostima però si può ricostruire, passo dopo passo, analizzando i propri punti di forza, le debolezze, le opportunità e le minacce che incontriamo nel momento in cui corriamo verso i nostri obiettivi.

Un’altro passo da compiere è lasciar andare il lato iper-critico ed iper-perfezionista che ci caratterizza da sempre, per non diventare i peggiori censori di noi stessi.

Il background culturale, frutto di un’istruzione standardizzata e molto teorica, ci ha insegnato ad approcciarci in modo lineare ai problemi, tralasciando qualsiasi altro approccio più creativo alle difficoltà.

Dobbiamo imparare ad usare meglio e con più frequenza la nostra creatività quando cerchiamo di superare un ostacolo, analizzando i diversi scenari che ci si presentano davanti, mettendo un freno anche alla paura dell’ignoto.

E rifletti razionalmente che in pochi casi sarai portato a dover prendere delle decisioni che avranno conseguenze gravi o disastrose.

Nella maggior parte dei casi, il fallimento non porta a nessun tipo di conseguenza grave e sicuramente riconoscerlo può essere utile.

Può essere d’aiuto anche tenere pronto un piano B, sapere che in ogni caso le spalle saranno coperte, può far sentire molto più sicuri e rappresentare un incentivo ad andare avanti.

Un freno potentissimo è certamente la paura, un sentimento tanto umano e primordiale quanto pericoloso se non sappiamo come utilizzarlo a nostro vantaggio.

Quando abbiamo paura di fallire ci autosabotiamo perché automaticamente il nostro impegno è riconosciuto come inutile e quindi rimaniamo bloccati davanti al muro.

Dobbiamo quindi imparare ad usare la paura come maestra pronta ad insegnarci nuovi modi per osservare il mondo e le sfide.

Dobbiamo imparare a elaborare un piano strategico che ci porti fuori dallo stallo in cui siamo, che preveda fasi semplici da portare a termine.

A livello psicologico può rivelarsi molto utile vedere i piccoli passettini che ci hanno portato sempre più vicino all’obiettivo finale.

Se la paura del fallimento diventa invalidante, è sempre consigliato rivolgersi ad un professionista della sanità mentale, perché potrebbe essere sintomo di problematiche più gravi.

In conclusione, se Michael Jordan è stato buttato fuori dalla squadra di pallacanestro del liceo perché secondo il suo allenatore non “aveva abbastanza capacità” e non si è mai fermato fino ad arrivare ad essere una delle leggende del basket mondiale, anche tu puoi usare un ostacolo per darti la spinta per superarlo.