Rinunceremmo ad esprimere ciò in cui crediamo solo perché le persone intorno a noi la pensano diversamente?

Molti di noi probabilmente staranno pensando di No e che non ci facciamo influenzare a tal punto da abbandonare una nostra convinzione per omologarci agli altri.

Beh allora è proprio il caso che vi parli di questo interessante esperimento, condotto nel 1951 dallo psicologo sociale Solomon Asch.

L’esperimento di Asch

Un gruppo di 8 persone veniva fatto entrare in una stanza, e ad ognuno di essi veniva mostrato un foglio con 3 linee di lunghezza visibilmente differente e i soggetti dovevano dire qual’era la linea più lunga rispetto alle altre.

In ogni gruppo, delle 8 persone presenti, 7 erano complici del team di psicologi, mentre soltanto 1 non era al corrente di cosa stesse accadendo.

Le 7 persone si erano messe d’accordo per dare una risposta palesemente errata, per vedere se l’ottavo soggetto si fosse adeguato o meno con il pensiero della massa.

Nonostante la linea più lunga fosse facilmente riconoscibile, più il gruppo dava una risposta opposta a quella del volontario, più egli successivamente tendeva ad adeguarsi al pensiero del gruppo dando la risposta sbagliata.

Dai risultati emerse una verità sconvolgente: il 75% dei volontari si era adeguato al pensiero errato del gruppo almeno una volta!

Un numero decisamente grande, se pensiamo che ben 75 su 100 hanno cambiato la loro idea per uniformarsi alla massa.

Perché ci conformiamo alla massa

La nostra individualità viene troppo spesso messa da parte quando siamo in mezzo agli altri, ma perché tendiamo a farlo?

Numerosi sociologi e psicologi hanno studiato a lungo questo fenomeno, riassumiamone i punti principali:

  • L’accettazione del gruppo: l’uomo è un animale sociale, vive di scambi e di relazioni sin dall’antichità e l’essere accettati all’interno di un gruppo ci fa sentire protetti, stimati e ben voluti.
  • Insicurezza: essere delle persone insicure e bisognose dell’approvazione altrui gioca un ruolo importante nell’uniformarsi. Se a sbagliare è tutto il gruppo o la maggioranza è un conto ma se siamo noi soli a farlo, il peso sarà nettamente maggiore.
  • La massa annulla l’individualità: è scientificamente provato come il nostro comportamento e pensiero si modifichino anche drasticamente più grande è il gruppo in cui ci troviamo. Pensiamo negli stadi, dove molti innocui padri di famiglia si lasciano trascinare in cori razzisti, insulti e atteggiamenti anche violenti.
  • La folla è come un gregge: In modo molto simile all’esempio appena citato, pensiamo al fascismo e il nazismo, più grande è una folla maggiore sarà il bisogno di un pastore che la guidi. Uniformarsi alla folla fa sentire potenti e con uno scopo e tende ad annullare l’identità personale in favore di un “identità di gregge”.
  • La paura del giudizio: essere giudicati negativamente per un errore, ci fa sentire a disagio e sotto i riflettori in una maniera che spesso percepiamo come imbarazzante e negativa, di conseguenza se abbiamo un pensiero controcorrente a volte preferiamo non esporci e tenerlo per noi.

“È meglio fallire nell’originalità che avere successo nell’imitazione

Hermann Melville

Riflessioni finali: la pecora nera

Vivere in maniera serena e naturale la nostra individualità è diventato sempre più un raro lusso più che la normalità.

Essere diversi viene percepito come un errore, un qualcosa da nascondere con vergogna.

Ma cosa c’è di più noioso e falso che essere tutti uguali?

Poter avere la libertà di comprarci dei vestiti “fuori moda” perché ci piacciono, di non sentirci quasi obbligati a dover uscire e fare le cose che fanno tutti perché “fa figo”.

Iniziamo a vivere da persone libere, senza la paura di non essere comprese.. ascoltiamo la musica che ci piace, esprimiamo liberamente i nostri pensieri, coltiviamo i nostri hobby anche se da “sfigati” e circondiamoci di persone positive e stimolanti.

In un mondo di pecore bianche e lucenti, uscire dal gregge sta diventando sempre più complesso, preferiamo perdere le nostre parti autentiche, pur di essere accettati.

Il coraggio di essere una pecora nera non è da tutti, ma sta a noi decidere se vogliamo coltivare la nostra unicità o se preferiamo annullarci per entrare a far parte di un gregge senza anima.

“Sii la versione originale di te stesso, non la brutta copia di qualcun altro.

Judy Garland