Negli ultimi anni, con i cambiamenti profondi avvenuti nella nostra società, gli esperti hanno aperto un dibattito sull’importanza della distinzione tra depressione e depressione postpartum.

Si è deciso anche di cambiarne il nome in depressione peripartum o perinatale e si sta dando importanza alla donna che attraversa una fase molto importante della sua vita e, come tale, va analizzata, rispettata e curata se soffre di depressione post parto.

Cosa è la depressione post parto?

La maternità cambia la donna profondamente, sia sul lato fisico sia su quello emotivo, ci si aspetta da lei che sia felice di questo evento ma non sempre questo accade completamente, poiché in alcune donne prevale l’ansia di ritrovarsi tra le mani una nuova vita e vedere completamente stravolta la propria.

Spesso gli psicologi dimenticano questi aspetti fondamentali e in generale, famigliari della donna compresi, si tende a minimizzare dando la colpa agli sbalzi ormonali e alla normale ansia, pensando che malinconia della donna sia un evento transitorio.

In realtà, spesso si va al di là di una “semplice tristezza” e per questo si è molto insistito per studiare il cervello di una donna con depressione postparto confrontandolo con quello di un paziente depresso che non ha partorito.

Si è potuto così osservare che non hanno assolutamente niente in comune. L’amigdala, che è un agglomerato di nuclei nervosi della parte più interna del sistema limbico, è comunemente iperattiva nei soggetti depressi, mentre nelle donne con depressione post-partum è meno attiva.

La depressione postpartum ha cambiato nome ed è diventata depressione perinatale che letteralmente significa “intorno al parto” perché può manifestarsi già durante la gravidanza e non solo dopo il parto.

Diventa quindi fondamentale la diagnosi quanto più tempestiva possibile di questo tipo di depressione, soprattutto il ginecologo può accorgersene visto che segue la donna nei nove mesi di gestazione. La depressione perinatale può durare dalla gravidanza fino a oltre un anno dal parto e almeno una donna su dieci ne soffre.

Motivazioni e sintomi

La depressione post parto può essere influenzata maggiormente da alcuni fattori:

  • se in famiglia ci sono già stati casi di depressione postparto;
  • se non si ha un sostegno sociale adeguato in famiglia, come ad esempio il supporto della propria famiglia o problemi relazionali con il partner;
  • se si è già sofferto di depressione precedentemente alla gravidanza;
  • se ha vissuto prima, dopo o durante la gravidanza eventi o situazioni stressanti, come ad esempio un lutto.

La depressione sorge nel momento in cui ci si rende conto di non vedere un futuro per se e per il proprio figlio, non ci si sente per niente all’altezza del compito di crescere un bambino, ci si sente esclusi e lasciati soli.

La donna con depressione perinatale è triste, stanca, spossata e si sente giù di morale ogni giorno o quasi sempre, perde interesse nel fare le attività che le sono sempre piaciute.

Ha difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni, è insonne la notte e sonnolenta di giorno, si chiude in se stessa e non riesce ad avere rapporti con le altre persone, infine, ha spesso pensieri negativi come aver paura di far del male al proprio figlio.

Questi sintomi tendono a comparire gradualmente e per questo motivo la donna non si accorge di avere la depressione postparto.

Le cure adeguate

Nonostante negli ultimi anni ci si sta muovendo nella direzione giusta, gli studi sono ancora pochissimi e quindi non sempre si può offrire alla donna un sostegno adeguato contro la depressione perinatale.

Attualmente le soluzioni, più che i farmaci, è l’avere dei colloqui con la donna e la sua famiglia, perché far capire a lei e ai suoi famigliari che la depressione perinatale è una vera malattia è già un ottimo inizio di percorso verso la guarigione, in questo modo la famiglia potrà stare accanto e sostenere maggiormente la donna, lei potrà sentirsi meno in colpa quando avrà capito che è una cosa che non succede solo a lei e che, se seguita, non farà male al proprio bambino.

Si è portati a credere che i farmaci possano avere effetti negativi sul feto, ma più che gli anti-depressivi sono dannosi gli stabilizzatori umorali, per questo motivo i medici devono monitorare attentamente le proprie pazienti.

Scegliere di non curarsi può essere dannoso non solo per la madre ma anche sulla salute del figlio, poiché le donne depresse tendono a disinteressarsi e distaccarsi dal figlio e sono irritate dalla loro esistenza. Infatti, i figli di madri depresse hanno più problemi di salute rispetto ai figli di madri sane.

Distinzione delle patologie

Riassumendo, la depressione di un soggetto che non ha partorito non ha nulla a che fare con la depressione perinatale.

Inoltre, sempre osservando le problematiche mentali delle neo mamme, si è capito che non esiste solo la depressione perinatale ma si è arrivati ad altre distinzioni: l’ansia postpartum, di cui è colpita una donna su sette, e l’inquietudine postpartum, ma queste ultime due condizioni non ricevono ancora un’attenzione medica adeguata in quanto si ritengono meno pericolose della depressione postparto.